Michele Santoro al TPI Fest: “I tecnici hanno impoverito gli italiani. Non me la sento di votare per quelli che inviano le armi all’Ucraina”
"Sulla guerra l'unica persona che dice le cose come stanno è Papa Francesco. Alle elezioni probabilmente annullerò la scheda, noi pacifisti siamo stati trattati come brigatisti. Quando torno in tv? Chiedete a Zingaretti, l'80% della Rai è in mano al Pd"
“I governi tecnici hanno impoverito gli italiani. Le elezioni? Non me la sento di votare per quelli che inviano le armi all’Ucraina, ma l’astensione non è la soluzione”: lo ha dichiarato il giornalista e conduttore Michele Santoro durante la seconda serata del TPI Fest, la festa di The Post Internazionale, che per la prima volta si tiene proprio nel capoluogo dell’Emilia-Romagna, presso la Tettoia Nervi alla Bolognina, nella appena inaugurata Piazza Lucio Dalla.
Il presentatore, che sul palco del TPI Fest ha parlato del suo ultimo libro, Non nel mio nome, ha spiegato perché ha deciso di scrivere un volume sul tema della guerra in Ucraina.
“Ho voluto mettere per iscritto il mio dissenso totale per l’invio di armi in Ucraina” ha spiegato Santoro, il quale ha raccontato di aver avuto un “certo pudore” nello scrivere temendo il “complesso del lettore”, ovvero che il libro potesse non essere apprezzato a sufficienza.
“Mi sono accorto che parlando della guerra in realtà stavo toccando tutti gli aspetti della politica italiana” ha aggiunto Michele Santoro raccontando un aneddoto sulla figlia.
“Mia figlia mi ha inviato un video, che potete vedere su Youtube, di un cartone animato dove si racconta la verità dei politici. Guardandolo si scopre che tutti i politici mentono e dicono bugie”.
“Io lo interpreto come se mia figlia avesse aderito alla forza politica del mio libro, che le avevo fatto leggere. Allo stesso tempo, però, mi sono intristito del fatto che una ragazza di 21 anni avesse resistenza a votare“.
“Io non me la senso di votare per quelli che mandano le armi in Ucraina – ha spiegato il giornalista – credo che nella società italiana vi sia un vuoto di rappresentanza totale“.
Il giornalista, però, spiega di aver detto alla figlia: “Vieni a votare e poi all’ultimo momento farai come faccio io e deciderai per chi votare. Io probabilmente annullerò la scheda, ma magari all’ultimo voterò per qualcuno. Ci può essere un partito della pace, ma non ci può essere un partito dell’astensione. Chi si astiene lo fa per tante ragioni, ma non è una cosa positiva. La pace, invece, è una cosa positiva”.
“Io non sono d’accordo con chi dice che Giorgia Meloni ed Enrico Letta sono la stessa cosa – ha affermato ancora Santoro – Io le distinzioni riesco a vederle, la cosa che li rende simili è che sulla guerra non pronunciano mai la parola pace“.
“I politici non sono in grado di dirci come usciamo da questo conflitto, mentre i telegiornali, che gioiscono per la controffensiva russa, non spiegano mai nulla di quello che succede e soprattutto non fanno mai domande”.
“Dobbiamo iniziare a dire le cose come stanno, l’unica persona che ha il coraggio di dire le cose come stanno è Papa Francesco il quale dice che non è che stiamo per entrare, ma siamo già nel pieno di una Terza guerra mondiale”.
Il giornalista, che ha invitato a non sottovalutare i rischi derivanti dalla guerra e dal caro-bollette, ovvero la possibilità di una rivolta sociale, ha poi attaccato il Partito Democratico: “Mi sarebbe piaciuto, per esempio da parte di Letta, che quelli che la pensano come me sulla guerra in Ucraina non fossero stati trattati come nemici”.
“Noi pacifisti facciamo parte della famiglia democratica, ma per alcuni siamo diventati brigatisti” ha affermato Santoro, che poi ha anche spiegato perché non ha creato un nuovo partito.
“Ci hanno costretto a fare una campagna elettorale sotto gli ombrelloni, favorendo quelli che c’erano già. Se si voleva far nascere un partito nuovo, non si poteva”.
Poi l’attacco ai tecnici: “Da quando ci sono questi tecnici tra i piedi, da Monti a Draghi, il 95% della popolazione italiana si è impoverita”.
“Questi tecnici, tecnicamente a che servono? È migliorata la scuola? No. Non sono stati in grado di fare una riforma della giustizia. Sapete a che cosa servono allora? A coprire la mediocrità della politica italiana la quale si è progressivamente costruita una trincea a difesa della quale ha messo l’informazione espellendo qualunque pensiero diverso”.
Alla domanda del direttore di TPI Giulio Gambino su quando tornerà in tv, Santoro ha risposto con una battuta: “Chiedetelo a Zingaretti (ospite dopo di lui al TPI Fest di Bologna n.d.r.). L’80% della Rai è in mano al Pd“.
TPI FEST 2022
La festa di The Post Internazionale quest’anno sbarca a Bologna, da giovedì 15 a sabato 17 settembre 2022, presso la “Tettoia Nervi“, in piazza Lucio Dalla, nel cuore pulsante dello storico quartiere della Bolognina.
Tre serate, tre temi diversi: 1. L’agenda sociale del Paese; 2. La Destra al potere?; 3. Una nuova visione del mondo. Il tutto a pochissimi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre. Un importante momento per confrontarsi sulle idee.
Numerosi gli ospiti: dall’ex segretario del Pd Nicola Zingaretti al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dal governatore dell’Emila-Romagna Stefano Bonaccini all’ex sindaco di Torino Chiara Appendino.
Lo slogan del TPI Fest è: Fatti un’idea. La tua. La manifestazione culturale è patrocinata dal Comune di Bologna ed è libera e ad ingresso gratuito. L’evento è anche l’occasione per festeggiare insieme il primo anniversario della nascita del nostro settimanale The Post Internazionale.