M5S a rischio scissione, spunta il nome di Toninelli come capogruppo al Senato
Entra nel vivo la sfida per i capigruppo del nuovo governo giallo-rosso
Toninelli in pole position come capogruppo al Senato per fermare il rischio scissione nel M5S
È arrivato il momento di scegliere i capigruppo, e per il Senato il leader pentastellato e ministro degli Esteri Luigi Di Maio punta su Danilo Toninelli.
Al posto di Patuanelli, ora ministro allo Sviluppo Economico, sembrerebbe proprio il nome dell’ex ministro dei Trasporti Toninelli l’unico capace di placare gli animi di quella parte dei Cinque Stelle che non ha preso bene l’alleanza di governo, la nascita di Italia Viva e il compromesso sulle Elezioni regionali in Umbria.
Scissione pentastellata
Nel M5S infatti cresce il malessere e si affaccia la strada della scissione. Ci sono i contrari all’intesa col Pd, guidati dal senatore Gianluigi Paragone e vicini ad Alessandro Di Battista. Ci sono gli ex “dimaiani” delusi perché non riconfermati al Governo, come Barbara Lezzi e Giulia Grillo. Ci sono poi i “fichiani” vicini al presidente della Camera Roberto Fico, rimasti a bocca asciutta nel valzer delle nomine nel sottogoverno, come Luigi Gallo.
Sarebbero circa 25 i senatori disposti a seguire Paragone nel caso decidesse di creare un gruppo autonomo rispetto al Movimento: una sorta di argine critico da destra, modello Renzi col Pd.
Toninelli al Senato, le polemiche
“Nella prossima legge di stabilità chiederò di abbandonare la riforma di Renzi sulle bollette e tornare al sistema di prima: meno consumi e meno paghi”, ha attaccato Paragone in televisione.
Di Battista, in precedenza, aveva messo in guardia i suoi proprio dall’ex premier, avvertendo: “Non vi fidate del Pd derenzizzato, Renzi ci ha lasciato dentro decine di pali”.
Capigruppo a Montecitorio
Il capogruppo a Montecitorio Francesco D’Uva ha smentito seccamente la scorsa settimana le voci di scissione. Martedì 24 settembre alle 21 scadono i termini per candidarsi a prendere il suo posto.
Domani a Montecitorio, o al più tardi mercoledì mattina, saranno ufficializzate le candidature per le cariche apicali del direttivo e, almeno per ora, si profila una gara a quattro. Da una parte il tandem composto dall’attuale vicecapogruppo Francesco Silvestri e Riccardo Ricciardi, figura molto apprezzata dall’ala grillina più progressista; dall’altra il duo Anna Macina-Sergio Battelli, quest’ultimo già tesoriere del gruppo.
Al momento, l’unica ad aver formalizzato la sua candidatura è l’avvocata brindisina Anna Macina, anche se sono alte le quotazioni del vicecapogruppo Francesco Silvestri.
Capigruppo, cosa succede al Senato
Al Senato, dove i numeri della maggioranza sono in bilico, i mal di pancia preoccupano. Domani alle 13.30 i senatori grillini si riuniscono per avviare le procedure per eleggere il nuovo capogruppo e la sua squadra.
A Palazzo Madama sembra essere in pole Danilo Toninelli, già presidente del gruppo prima di lasciare il ruolo da presidente per ricoprire quello da ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
L’ex ministro delle Infrastrutture, attaccato da destra e da sinistra anche per la sua posizione No Tav, è stato elevato ad esempio di coerenza da Di Battista. E potrebbe essere sostenuto anche da Paola Taverna, che non ha mai nascosto le sue perplessità sull’alleanza con il Pd.
In base alle nuove regole dello statuto, l’assemblea dei deputati eleggerà a maggioranza assoluta dei propri componenti il presidente del gruppo “nonché, su sua proposta, il vicepresidente vicario, i segretari ed il tesoriere”. Il voto finale è previsto a ottobre.