Toni Iwobi, primo senatore nero della Lega, a TPI: “Salvini lasciava migranti in mare per frenare gli sbarchi, questo governo deve continuare”
Intervista al vice presidente della Commissione Affari Esteri del Senato e primo eletto di origine africana a palazzo Madama
Toni Iwobi, primo senatore nero della Lega, a TPI: “Salvini lasciava migranti in mare per frenare gli sbarchi, era una tattica”
“L’immigrazione viene trattata con superficialità nel nostro paese. Negli ultimi tempi sono nati come funghi gli esperti di migrazione. Ma non funziona così: l’immigrazione bisogna viverla, bisogna conoscerla”. Il senatore Toni Iwobi di certo l’immigrazione l’ha vissuta sulla sua pelle, sebbene in un periodo storico e con una modalità molto diversa dal fenomeno attuale. Nato in Nigeria, è arrivato in Italia oltre 40 anni fa, con un permesso di soggiorno per studio. Oggi ha 63 anni, è un imprenditore e nel 2018 ed è stato eletto al Senato con la Lega. A palazzo Madama ricopre il ruolo di vice presidente della Commissione Affari Esteri ed è il primo senatore nero in Italia.
Sulla notizia del via libera di alcuni paesi Ue all’accordo sui ricollocamenti, Iwobi è netto: “Secondo me è un bluff”, dice in una video-intervista a TPI a margine del convegno “Il contrasto all’immigrazione irregolare tra tutela della legalità e aiuti allo sviluppo economico dell’Africa”, durante il quale ha presentato il disegno di legge sugli aiuti all’Africa di cui è firmatario insieme al capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo.
“Il problema dell’immigrazione illegale si risolve andando sul posto, in blocco”, sostiene il senatore del Carroccio. “Aiutando l’Africa, non sfruttandola. L’Africa non ha bisogno di carità, ma di collaborazione per il suo sviluppo”.
Il fatto che sia stato eletto con la Lega, e che il segretario del suo partito Matteo Salvini – quando era ministro dell’Interno – abbia lasciato centinaia di migranti africani a bordo delle navi delle Ong senza autorizzarle allo sbarco per giorni e giorni, non sembra metterlo a disagio.
“È un modo per frenare gli sbarchi”, sostiene. “Stiamo cercando di confondere le acque. Quello che è avvenuto in questo paese negli ultimi anni non ha nulla a che fare con l’immigrazione che ho vissuto io. Questa non è immigrazione, è tratta di esseri umani. È schiavismo moderno, una storia antica che si ripete sotto gli occhi di tutti. Non possiamo dare luogo a questo tipo immigrazione”.
Anche a costo di lasciare le persone su una barca per giorni?
“Non è quello il punto, non devono partire attraverso un tunnel della morte”, ribatte. “Sa cosa vuol dire viaggiare nel deserto per anni, lavorando come schiavi per poter arrivare in Italia senza un futuro? In 4 anni sono morte 14mila persone nel Mediterraneo. Bisogna frenare questo fenomeno, è quello che Matteo Salvini ha provato a fare, è quello che questo governo deve continuare a fare”.
Sulla Ocean Viking, che ha avuto il via libera allo sbarco a Messina, Iwobi si chiede: “Come pensano di gestire queste persone dopo? Che futuro hanno per questi poveracci? Questa non è l’immigrazione che deve essere assecondata, l’immigrazione è tutta un’altra cosa. Questo è schiavismo moderno e va fermato”.