La senatrice Tiraboschi (FI) a TPI: “Io responsabile? Mi hanno avvicinata, ma non sosterrò Conte”
“Non mi sono definita responsabile nella prima fase di questa crisi di governo, non potrei esserlo per un Conte-ter”. A dirlo a TPI è la senatrice di Forza Italia Maria Virginia Tiraboschi, il cui nome è circolato nelle ultime ore come possibile “responsabile” a sostegno di un nuovo governo Conte. Un’ipotesi che la senatrice, contattata telefonicamente, smentisce in modo categorico. “Penso che oggi siamo al 50 per cento delle possibilità: o un Conte-ter o un governo istituzionale”, dice a TPI. “Se Conte dovesse riuscire a raccogliere una maggioranza importante al Senato, vorrebbe dire che è diventato meglio di Andreotti”.
Senatrice, il suo nome è indicato tra i papabili esponenti di Forza Italia che sarebbero pronti a lasciare il centrodestra per sostenere la maggioranza di governo. C’è qualcosa di vero?
No, non mi sono definita responsabile nella prima fase di questa crisi di governo, non potrei esserlo per un Conte-ter.
Pensa sia meglio il voto?
Gli italiani in questo momento non lo comprenderebbero. Piuttosto sarei favorevole a un governo istituzionale o di unità nazionale, espressione della migliore sintesi di cui oggi l’Italia ha bisogno. Dobbiamo scrivere le pagine per i prossimi 30 anni e questa è un’occasione storica per portare le migliori forze e personalità a condividere un progetto comune sulle riforme e sull’utilizzo del Recovery, con un’attenzione anche alla legge elettorale, che non mi sembra dia una grande stabilità ai governi del nostro Paese, in previsione delle prossime elezioni del 2023.
Il vicepresidente di Forza Italia Tajani ha escluso la possibilità di un governo sostenuto dalla “maggioranza Ursula” ma ha aperto a un governo di unità nazionale. Sposa in pieno questa posizione?
Sì, la sottoscrivo. Penso che oggi siamo al 50 per cento delle possibilità: o un Conte-ter o un governo istituzionale. Se Conte dovesse riuscire a raccogliere una maggioranza importante al Senato, vorrebbe dire che è diventato meglio di Andreotti.
Qualcuno ha tentato di avvicinarla per lavorare alla formazione di un gruppo di “responsabili”?
Sì, sono stata avvicinata già nella prima fase, la settimana scorsa. Ma non credo sia possibile perché non vedo un ambizioso progetto di futuro per questo Paese.
Il suo collega Vitali ha dichiarato che potrebbe aprire al sostegno per Conte se fosse inserita nel programma una riforma della giustizia di stampo garantista.
Tra le riforme da fare ci sono certamente pubblica amministrazione, giustizia e mercato del lavoro. Aggiungo anche la riforma elettorale e una riflessione profonda sul Titolo V.
Questo sembra un vero e proprio programma di governo.
Per me sono fondamentali, perché sono ciò di cui l’Italia ha veramente bisogno.
Nel caso in cui si aprisse a una figura diversa da Conte per la guida del governo cosa farebbe?
Conte ora lavorerà a costituire un nuovo governo, se troverà i numeri (e certamente io non sono tra i questi). Se li avrà potrà governare e il mio sarà un atteggiamento propositivo nelle commissioni, come è sempre stato fino ad adesso. Viceversa, nel caso in cui ci sia un governo istituzionale non credo proprio che la figura possa essere Conte.
Il centrodestra le sembra unito in questo momento?
Il centrodestra è certamente unito, sia nelle amministrazioni locali sia in parlamento. Si tratta comunque di una coalizione, e Forza Italia detiene una sua identità al suo interno. Penso che sia giusto mantenere questa identità, personalmente non rinuncerò mai ai miei ideali e valori. Continuerò ad avere un atteggiamento moderato, restando coerente fino in fondo col mio elettorato, pur facendo presente che ci sono dei punti su cui non sono allineata con la Lega o con Fratelli d’Italia.
Pensa che i suoi colleghi che sono usciti da FI per votare la fiducia a Conte abbiano tradito la propria identità?
Devo dire che sono in imbarazzo io, che ho preso la tessera di Forza Italia per la prima volta nel 2018 quando sono stata eletta al Senato. Chi ha una storia in FI da vent’anni dovrebbe esserlo molto più di me.
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