Meloni al telefono con Macron: “Urgente controllo delle frontiere dell’Ue per contrastare immigrazione illegale”
Italia e Francia provano a venirsi incontro sul tema migranti dopo la crisi diplomatica intorno allo sbarco della nave Ocean Viking avvenuta lo scorso novembre, con l’imbarcazione costretta a fare rotta verso Tolone visti i respingimenti delle autorità del nostro Paese.
Giorgia Meloni ha avuto una “cordiale conversazione telefonica” con Emmanuel Macron, rende noto Palazzo Chigi, “nel corso della quale sono stati affrontati i principali temi al centro dell’agenda europea e internazionale”.
Tra questi, “è stata ribadita la volontà di garantire il pieno sostegno all’Ucraina e l’urgenza di individuare a livello europeo soluzioni efficaci per sostenere la competitività delle imprese europee e per contrastare l’immigrazione illegale attraverso un effettivo controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea”.
Meloni e Macron “hanno concordato di continuare a confrontarsi su queste tematiche largamente condivise”, di fatto riaprendo un canale comunicativo che rischiava di essersi incrinato. Fonti dell’Eliseo sottolineano soprattutto che Meloni e Macron hanno ribadito “la loro determinazione ad andare avanti” nel sostegno a Kiev “fin quando sarà necessario”.
Un passo decisivo visti i tanti dossier europei da affrontare, a partire proprio da quello sui migranti – al centro del prossimo Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio e “tema urgentissimo” secondo la presidenza svedese della Ue – fino alla revisione del Patto di stabilità, finendo con gli interventi per contenere l’inflazione dell’Eurozona.
Dallo scorso 23 ottobre i due leader non hanno avuto incontri bilaterali nei vertici internazionali: si sono sentiti al telefono il 26 novembre, quando il presidente francese ha chiamato per esprimere solidarietà dopo l’alluvione di Ischia.
Nella conferenza di fine anno la premier era arrivata a mettere in discussione la piena operatività del trattato del Quirinale sulla cooperazione Italia e Francia. Sul piano della collaborazione tra ministeri il lavoro è invece andato avanti, anche su temi particolarmente sensibili come il price cap sul gas e la fornitura di armi all’Ucraina.