Ex Ilva, Conte ai lavoratori in sciopero: “Non ho la soluzione in tasca”. Le proteste dei cittadini: “Chiudete la fabbrica”
Taranto: incontro tra il premier Conte e i lavoratori dell’Ilva in sciopero
Il premier Giuseppe Conte è arrivato a Taranto per un incontro con i lavoratori dell’ex stabilimento dell’Ilva, che nella giornata di oggi, venerdì 8 novembre, hanno proclamato uno sciopero di 24 ore.
Il presidente del Consiglio è arrivato allo stabilimento intorno alle 17 e 30 di venerdì 8 novembre per avere un faccia a faccia con i dipendenti, accompagnato da alcuni dirigenti del siderurgico.
Conte è stato accolto da una folla di cittadini che hanno chiesto a gran voce la chiusura dello stabilimento, poi ai lavoratori che lo assediavano ha detto: “Parlerò con tutti, ma con calma”. Il premier, poi, ha affermato di “non avere la soluzione in tasca”.
Tra i vari scambi di battute che Conte ha avuto con le persone asserragliate fuori dalla fabbrica, c’è quello con una signora che ha detto al premier di “voler fare una famiglia a Taranto, la città in cui voglio vivere”. Un disoccupato, invece, ha chiesto a Conte di “far rispettare la Costituzione”. Alla domanda di Conte su quale parte, l’uomo ha risposto: “Quella che riguarda la salute e il lavoro”.
Successivamente, il premier ha preso parte al consiglio di fabbrica permanente di Fim, Fiom e Uilm.
Qui, Conte ha dichiarato che il dossier ex Ilva: “È prioritario per il governo. Dobbiamo gestirlo tutti uniti, non solo il governo, ma anche voi. Tutti insieme dobbiamo combattere questa battaglia. Come sistema Paese”.
L’incontro con gli enti locali e l’apertura alla nazionalizzazione
Anche nella giornata di ieri, giovedì 7 novembre, il premier si era occupato della questione Ilva incontrando gli enti locali e i sindacati a Palazzo Chigi. Nella serata, inoltre, Giuseppe Conte era stato protagonista della puntata di Porta a porta, durante la quale aveva parlato, tra le altre cose, della “fuga” della ArcelorMittal, ma anche della possibilità di nazionalizzare l’Ilva.
“Stiamo già valutando tutte le possibili alternative ma ora non ha senso parlarne – aveva affermato Conte – Aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore”. Il presidente del Consiglio, inoltre, non aveva escluso una battaglia giuridica contro la multinazionale, ammettendo che: “Gli strumenti giuridici ci sono”.
“Confido che il presidente Mittal, al quale regalerò una copia del mio libro Impresa responsabile, possa comprendere che non si può a distanza di poco tempo disattendere gli impegni. Siamo disponibili ad aprire un tavolo” aveva poi dichiarato il presidente del Consiglio.