Taglio dei parlamentari, oggi alla Camera la riforma che riduce di un terzo deputati e senatori
Ecco le principali informazioni
Taglio parlamentari, oggi la riforma alla Camera
È sempre più vicino il taglio dei parlamentari: oggi, lunedì 7 ottobre, alla Camera approda per l’ultima e definitiva lettura la riforma costituzionale che riduce il numero di deputati e senatori.
Con il via libera al testo i parlamentari dovrebbero passare dagli attuali 945 a 600. Il voto finale nell’Aula di Montecitorio è previsto nella giornata di domani, martedì 8 ottobre. È richiesta la maggioranza assoluta dei sì.
La road map
Il testo per il taglio dei parlamentari è stato già approvato, in prima deliberazione dal Senato in un testo unificato, poi alla Camera dei Deputati il 9 maggio scorso, e in seconda deliberazione di nuovo a Palazzo Madama. Pochi giorni fa è arrivato l’ok della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Ora manca il voto dell’Aula.
La soglia della maggioranza assoluta è fissata a quota 316 seggi dei complessivi 630.
Con il quarto ed ultimo via libera della Camera la riforma diventerà legge a meno che non venga chiesto un referendum confermativo.
L’articolo 138 della Costituzione stabilisce che le leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni con un intervallo non inferiore ai tre mesi, e devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi sono poi eventualmente sottoposte a referendum popolare se, entro tre mesi dalla pubblicazione, ne fanno domanda un quinto dei membri di una Camera o 500mila elettori o cinque Consigli regionali.
Cosa cambia con il taglio del parlamentari
Ma cosa cambia con il taglio dei parlamentari? Con l’approvazione alla Camera del taglio, dalla prossima legislatura in Parlamento siederanno meno eletti. Il numero dei deputati scenderà da 630 a 400. Quello dei senatori invece da 315 a 200. Avremo quindi il 36,5 per cento in meno degli attuali componenti elettivi: 230 deputati e 115 senatori in meno.
Le norme della riforma del taglio dei parlamentari non sono applicabili in caso di scioglimento delle Camere prima che siano decorsi 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.
Chi vota sì
Il taglio dei parlamentari è uno dei punti di programma del nuovo governo Pd-M5S fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle, dopo l’iter percorso durante l’esperienza di governo con la Lega.
La riforma potrebbe trovare un’ampia maggioranza alla Camera, se si considera che oltre ai partiti di maggioranza, Partito Democratico, M5S, Italia Viva e Leu, anche le forze di centrodestra potrebbero esprimersi con voto favorevole.
Ieri, domenica 5 ottobre, il leader della Lega Matteo Salvini, ha dichiarato che i suoi gruppi voteranno anche per la quarta volta il testo e che arriverà l’appoggio anche di Fratelli d’Italia e Forza Italia, dopo il vertice di centrodestra con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
“Il taglio dei parlamentari – sono state le parole del segretario del Carroccio – l’abbiamo votato tre volte e lo voteremo anche la quarta. E al vertice abbiamo deciso che avremo una posizione comune” anche su questo punto. “L’importante – ha aggiunto Salvini – è che non ci sia uno scambio delle vacche tra M5S e Pd ho letto che il Pd ha detto ‘votiamo il taglio dei parlamentari se ci votate lo Ius soli’…”.