Come sarebbe oggi il Parlamento con il taglio di deputati e senatori
La simulazione: Camera e il Senato se si votasse ora
Taglio di deputati e senatori, come sarebbe oggi il Parlamento
Come sarebbe oggi il Parlamento con il taglio dei parlamentari? È una domanda frequente nelle ore in cui il mondo della politica a larga maggioranza si schiera per la riduzione dei seggi di Camera e Senato e si appresta a votare una legge che elimina complessivamente 345 poltrone.
A Montecitorio è previsto per oggi il via libera definitivo alla riforma costituzionale che porta da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori, con una riduzione di circa un terzo degli eletti: i componenti elettivi del Parlamento diminuiranno del 36,5 per cento.
Ovviamente quel calo del numero di eletti riguarderebbe anche le dimensioni dei gruppi parlamentari. Quasi certamente non potremo avere più partiti che arrivano a 300 seggi alla Camera, come avvenuto nella scorsa legislatura al Pd, o oltre 100 seggi al Senato, come il M5S nella legislatura in corso. Ogni forza politica rappresenterà i cittadini in Parlamento con un numero ridotto di esponenti e questo potrà pesare nel rapporto con il territorio.
La simulazione: il Parlamento di oggi con il taglio dei parlamentari
Se nel 2018 si fosse votato per le Politiche con lo stesso sistema elettorale allora in vigore (il Rosatellum, che prevede un mix di proporzionale e maggioritario) ma per l’elezione di un numero inferiore di parlamentari, alcuni partiti avrebbero portato in Parlamento con pattuglie molto ridotte.
Attualmente alla Camera il gruppo del Movimento 5 Stelle è composto da 216 deputati, la Lega di Matteo Salvini vanta invece 124 seggi, Forza Italia 99, il Partito Democratico 89, Fratelli d’Italia 34, Italia Viva di Matteo Renzi 26, 42 alle formazioni minori.
Considerando la riduzione di poco più di un terzo del numero dei parlamentari, oggi a Montecitorio il M5S sarebbe avrebbe solo 135/140 rappresentanti, 75/80 la Lega, 60/65 Forza Italia, 55/60 il Pd, 20/25 Fdi e 15/20 Italia Viva.
Stesso discorso al Senato, dove oggi siedono 106 senatori del M5S, 61 di Fi, 58 della Lega e 37 del Partito Democratico. Con un taglio del 36,5 per cento dei parlamentari i seggi del Movimento 5 Stelle scenderebbero a 65/70, a 35/40 quelli di Forza Italia, a quota 35/40 quelli del partito di Salvini e a soli 20/25 quelli Dem.
La simulazione: se si votasse oggi con un sistema proporzionale e 600 parlamentari
Ma vale la pena effettuare anche un’altra simulazione. Dopo il via libera alla riforma che riduce il numero di deputati e senatori è prevista una nuova legge per il voto. È quindi opportuno stimare come sarebbe il Parlamento dopo il taglio dei parlamentari dopo nuove Elezioni Politiche e con un sistema elettorale diverso da quello in vigore nel 2018.
Se ipotizziamo un sistema proporzionale puro con uno sbarramento identico a quello attuale, fissato al 3 per cento, la maggioranza relativa dei seggi andrebbe oggi alla Lega.
Per effettuare una stima prendiamo in considerazione uno degli ultimi sondaggi pubblicati sulle intenzioni di voto ai partiti. La rilevazione dell’istituto demoscopico Swg effettuata tra il 2 e il 7 ottobre e resa nota ieri, lunedì 7 ottobre, nel corso del Tg La7 ha attribuito al Carroccio il 32,3 per cento dei consensi contro il 20,0 del Pd, il 18,5 del M5S, il 7,1 di Fratelli d’Italia, il 5,6 di Italia Viva e il 5,0 di Forza Italia. Tutte le altre liste sono sotto il 3 per cento.
Ebbene, se alle urne venissero confermate le cifre del sondaggio, con un sistema elettorale totalmente proporzionale e con 400 seggi alla Camera e 200 al Senato da assegnare Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si ritroverebbero con meno di 150 parlamentari ciascuno. Oggi i pentastellati nelle due Camere sono oltre 300.
Alla Camera, secondo la simulazione, alla Lega andrebbero 146 seggi, contro i 90 del Pd, 84 del M5S, 32 di Fdi, 25 per i renziani di Italia Viva e appena 23 per Forza Italia.
Al Senato, infine, il partito di Salvini sarebbe a quota 73, il Partito Democratico a 45, il Movimento 5 Stelle a 42, Fratelli d’Italia a 16, Italia Viva a 12/13 e Fi ad appena 11/12.