Le suppletive a Primavalle saranno un test per l’elettorato giallo-rosso?
La storia insegna che le elezioni per il sindaco di Roma hanno spesso indicato importanti cambiamenti politici su scala nazionale. Per lo stesso motivo sarà molto interessante un test che, all’ombra delle amministrative, si svolgerà sempre a Roma e sempre il 3 e 4 ottobre, e potrà raccontarci se un’alleanza giallo-rossa è qualcosa che, al di là degli accordi tra i vertici dei partiti, può funzionare agli occhi dell’elettorato.
Il collegio della Camera dei deputati di Primavalle, che si estende lungo numerosi quartieri del quadrante ovest di Roma, torna al voto anticipato dopo il 2018 a seguito delle dimissioni della deputata pentastellata Emanuela Del Re, in una gara insolita, con molti elementi che meritano di essere tenuti d’occhio.
La logica avrebbe voluto vedere in campo in primis un candidato espressione del partito vincitore nel 2018, ma il Movimento Cinque Stelle, a sorpresa, non ha presentato alcun candidato e non è confluito a sostegno dell’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta, in un primo momento scesa in campo per queste suppletive ma ritiratasi dopo aver visto la mancanza di sostegno intorno al suo nome. E allora la partita, che sembrava chiusa in favore del centrodestra (qui sconfitto di soli due punti nel 2018, prima che i Cinque Stelle perdessero molto del consenso ottenuto in quella tornata), si è trasformata in una partita particolarmente aperta.
Lo schema di questo collegio è diverso da quello delle comunali che vede la corsa a quattro Calenda-Gualtieri-Michetti-Raggi: se qui il centrodestra replica l’alleanza pro-Michetti a sostegno dell’ex presidente dell’attuale IX Municipio Pasquale Calzetta, né il Movimento Cinque Stelle né alcun partito dell’area a sostegno di Calenda hanno presentato candidati, mentre il centrosinistra ha presentato la candidatura del segretario del PD di Roma Andrea Casu. A fare da terzo incomodo in questa sfida c’è l’ex magistrato Luca Palamara, in campo con una propria lista, mentre chiudono la rosa dei nomi il candidato del Partito Comunista Danilo Ballanti, quello di Italexit Giampaolo Bocci, e quello di Partito Liberale Europeo e Rinascimento Sgarbi, Giovanni Antonio Cocco.
L’assenza di candidati di Cinque Stelle e Calenda ha forse sorpreso tutti in un primo momento e si è trasformata in un’importante occasione per il candidato di centrosinistra Andrea Casu, che in un momento in cui i dirigenti dem e pentastellati stanno valutando la possibilità di un’alleanza sempre più stabile può sondare il sentimento degli elettori intorno a questa possibilità. Il Movimento Cinque Stelle non ha dato un sostegno formale a Casu, ma quando Giuseppe Conte ha commentato l’assenza di un candidato pentastellato nella competizione, ha detto che dividere l’area PD-M5S sarebbe stato un regalo al centrodestra, che avrebbe potuto puntare su un sostegno collettivo a Palamara, e ha aggiunto di aver ritenuto saggio non presentare nessun candidato dato che i dem avevano candidato “un uomo di partito”.
Non si tratta di un accordo formale, ma le parole di Conte suonano come un velato sostegno ad Andrea Casu, ma non è stato l’unico fatto a creare problemi al centrodestra. Il terzo incomodo Luca Palamara, infatti, sembra stia acquisendo sostegno soprattutto nello schieramento di centrodestra: nella sua cena elettorale al ristorante Il gatto nero, nel quartiere di Palmarola, hanno partecipato, oltre a uomini dell’imprenditoria locale e all’ex calciatore della Roma Sebino Nela, diversi esponenti locali di partiti del centrodestra.
In questo modo, quelle che rischiavano di essere anonime elezioni suppletive, si sono trasformate in un laboratorio su una coalizione giallo-rossa, senza tuttavia l’ufficialità di un accordo: una sorta di test rivolto all’elettorato. Un test che sicuramente ha messo in salita la strada del candidato di centrodestra Calzetta, del quale negli ultimi giorni sono aumentati notevolmente i cartelloni elettorali nel territorio del collegio. Così come sono aumentati quelli di Palamara, che mostra così che la sua candidatura non è un atto di testimonianza.
Pur in assenza di formali accordi tra PD e Cinque Stelle sulla questione Primavalle, numerosi segnali sembrano creare le condizioni per usare le suppletive come un test sulla tenuta di questa alleanza che sarà formalmente in campo nel collegio di Siena a sostegno di Enrico Letta e in una serie di elezioni amministrative, in primis Napoli e Bologna. Per sapere cosa ne pensano gli abitanti di Primavalle, non ci resta che aspettare.