Strage di migranti, Consiglio dei ministri a Cutro. Meloni: “Governo non poteva fare di più”
Strage di migranti, oggi consiglio dei ministri a Cutro. LA DIRETTA
Ore 18.51 – “Io credo che ci sia una strumentalità nel tentativo di dimostrare che per forza l’Italia non ha fatto qualcosa che poteva fare. E non è un bel messaggio che diamo fuori dai confini nazionali. Il ministro Salvini vi ha detto che in questo istante il nostro Paese si sta occupando del salvataggio di diverse imbarcazioni, accade tutti i giorni. Noi non abbiamo potuto fare di più di quello che abbiamo fatto, e abbiamo assistito a una tragedia. Ma qualcuno pensa davvero che il governo non abbia fatto intenzionalmente qualcosa che avrebbe potuto fare? Parliamo di una nave che è stata in acqua tre giorni, durante i quali non ha avuto alcun problema. Non c’era mai stata alcuna segnalazione legata al tema di un possibile naufragio. Una volta giunta a pochi metri dalla costa ha atteso di notte il momento più propizio per sbarcare ed evitare i controlli, lì è avvenuto l’incidente, si sono incagliati ed è successo il peggio. Solo a quel punto le nostre imbarcazioni di salvataggio sono intervenute. Frontex ci ha semplicemente avvertito dell’esistenza di quella barca, non ci ha detto che era in pericolo. Dovremmo anche interrogarci anche sul perché sia arrivata questa segnalazione solo quando la barca arriva in acque italiane, prima è passata anche davanti ad altre nazioni. Voi parlate di un caso in cui non siamo riusciti ad intervenire, ma nessuno parla di tutti gli altri interventi di salvataggio portati a termine”.
Ore 18.40 – Parla il vicepremier Matteo Salvini: “Le mie competenze in questo tema erano limitate, la Guardia Costiera dipende da decenni dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In questo momento sono in corso più di una ventina di interventi di soccorso in mare. Si chiuda oggi quella squallida polemica politica su questo corpo fatto di uomini che rischiano la vita per salvare altre vite. Questo decreto prevede accoglienza migliore per chi ha diritto, ma anche più controlli nei centri per vedere chi non ha diritto. Più controlli per evitare casi come quelli dei centri gestiti da ex volontari parlamentari, sui quali si esprimerà la magistratura italiana. Non vogliamo lasciare la vita dei migranti nelle mani dei trafficanti. Meno partenze significa meno sofferenza e meno morte. A questo decreto stavamo lavorando a prescindere dalla tragedia di questi giorni. Un Paese più generoso accogliente e solidale dell’Italia non c’è. Chi parla di Italia come Paese razzista o è ignorante o in malafede”.
Ore 18.32 – Il vicepremier Antonio Tajani: “Facciamo anche una intensa attività politica per contrastare il fenomeno migratorio. Ad esempio nei Paesi in cui questi migranti partono. Abbiamo avuto incontri con le Nazioni unite e l’Ue, insistiamo sulla necessità di una azione internazionale. E molti ci hanno dato ragione. La situazione è talmente complicata che un solo Paese non è in grado di affrontare fenomeni simili. Non c’è iniziativa sulla rotta migratoria alla quale l’Italia non sta collaborando”.
Ore 18.30 – Parla il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida: “Rafforziamo il ruolo dell’ispettorato a garanzia della qualità della repressione delle frodi e del contrasto alle agromafie. Interveniamo inoltre con un aggravio di sanzioni specifiche con una forte riduzione dei contributi che gli imprenditori agricoli possono avere se dovessero violare le norme con l’utilizzo di forza lavoro irregolare. Contrastiamo così il caporalato, anche verso i lavoratori immigrati, è concorrenza alle imprese che agiscono regolarmente”.
Ore 18.25 – Parla il ministro degli Interni Matteo Piantedosi: “Abbiamo semplificato il rilascio di nulla osta per il lavoro. Estendiamo la durata del permesso di soggiorno di un anno, per un totale di cinque anni”.
Ore 18.20 – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio spiega il nuovo reato istituito nel decreto migranti: “Contro scafisti e promotori della tratta di esseri umani abbiamo inasprito le pene e introdotto una nuova fattispecie che punisce se in conseguenza del reato i migranti muoiono. Si arriva a 30 anni di reclusione. Abbiamo allargato la giurisdizione penale dello Stato italiano: se la condotta è diretta a procurare l’ingresso illegale nel Paese, è punita anche se il reato avviene al di fuori delle acque territoriali.
Ore 18.15 – Meloni: “Vogliamo che i cittadini stranieri sappiano quali sono i rischi che corrono a mettersi nelle mani dei trafficanti per venire in Italia. Daremo quote privilegiate di immigrazione ai governi che ci aiutano ad esporre questi rischi. Cutro per noi è un punto di passaggio, le migrazioni per noi oggi sono una materia complessa. L’Ucraina, l’Iran, la Turchia, tutto ci coinvolge. Questo tema va affrontato a livello internazionale, come stiamo già facendo nei rapporti bilaterali. All’indomani della tragedia appena avvenuta ho scritto alle istituzioni europee per chiedere azioni concrete immediate, a partire dalla cooperazione e dalle risorse. La presidente Von der Leyen conferma la necessità di un cambio di passo”.
Ore 18.10 – “Io voglio sconfiggere gli scafisti – dice la premier Giorgia Meloni – abbiamo varato un decreto, la cui norma principale riguarda le pene per chi favorisce la tratta. Abbiamo introdotto un nuovo reato, relativo alla morte o lesioni gravi in conseguenza del traffico di clandestini. La pena è fino a 30 anni di reclusione, è il caso specifico di Cutro. Questo reato verrà perseguito dall’Italia anche se commesso al di fuori dei confini nazionali, lo consideriamo un reato universale. Significa colpire gli scafisti, ma anche i trafficanti che ci sono dietro. Questo cambia l’approccio del governo italiano. Credo che questo tema vada portare avanti a livello internazionale. Ci sono anche norme sulla semplificazione delle procedure di espulsione, per il potenziamento dei centri di permanenza finalizzati al rimpatrio. In Italia non conviene entrare illegalmente, ci sono meno possibilità per chi si rivolge agli scafisti. Ripristiniamo i decreti flussi, finora azzerati da chi è entrato illegalmente”.
Ore 18.02 – Inizia la conferenza stampa, parla la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Abbiamo voluto celebrare qui il Consiglio dei ministri, a Cutro, perché all’indomani della tragedia volevamo dare un segnale simbolico e concreto. Per la prima volta un Cdm si svolge sul luogo in cui si è consumata una tragedia legata al tema migratorio. La presenza di tutti noi qui è un modo per ribadire quanto siamo attenti e concentrati su questo dossier. Esprimiamo compatti il nostro cordoglio per le vittime della tragedia e per il dolore dei loro cari. Abbiamo apposto una targa in memoria delle vittime, perché il ricordo non sia transitorio ma duraturo. Volevamo dare un segnale di vicinanza alle popolazioni del Sud che in questi anni sono state più colpite dal tema migratorio. Volevamo dare anche un contributo concreto, il modo migliore per onorare queste vittime sia fare ciò che possiamo per evitare che tragedie simili possano ripetersi. Abbiamo licenziato un decreto legge che ribadisce che noi vogliamo sconfiggere la tratta di esseri umani responsabile di questa tragedia. La nostra è una politica di maggiore fermezza sul tema.
Ore 17.55 – Terminato il Consiglio dei ministri di Cutro. A breve la conferenza stampa della premier Meloni e dei ministri.
Ore 17.50 – Il Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, ha dato l’ok al decreto legge sui migranti. La riunione è ancora in corso.
Ore 16.40 – Nella sede del Comune di Cutro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scoperto una targa in ricordo delle vittime del naufragio del 26 febbraio.
Ore 16.05 – Alcuni manifestanti accorsi in strada a Cutro hanno lanciato peluche contro le auto dei ministri, simbolicamente indirizzati ai bimbi morti nel naufragio. Le sigle in piazza sono i Si Cobas e i collettivi universitari di Cosenza. Campeggiano striscioni con la scritta “Non nel nostro nome” e “La Calabria ha un cuore voi no”.
Ore 15.57 – Arrivati al municipio di Cutro Giorgia Meloni e i membri dell’esecutivo, mancano soltanto i ministri della Difesa Guido Crosetto e della Famiglia Eugenia Roccella. All’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, che si riunirà nella sede del municipio, ci sarà un decreto su “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”. Al termine del Cdm è prevista una conferenza stampa cui parteciperanno oltre alla premier i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, quello dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano.
Ore 15.35 – Nella zona vicina al municipio di Cutro diversi cittadini sono affacciati ai balconi in attesa dell’arrivo della premier Giorgia Meloni e del resto del governo per il Consiglio dei Ministri di oggi. Il centro cittadino è presidiato dalle forze dell’ordine.
Ore 15.10 – “Insieme ai sindaci della Calabria abbiamo chiesto, il giorno in cui è venuto Piantedosi, che il governo ci possa aiutare a deflazionare il Cara di Isola Capo Rizzuto e che possa aiutare i sindaci calabresi nell’azione meritoria di accoglienza che hanno fatto nei mesi passati”. Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, oggi a Cutro (Crotone), in occasione della riunione del Consiglio dei ministri.
Ore 14.50 – Il premio Nobel per la pace per Cutro “sarebbe un riconoscimento non tanto a me ma ai cittadini perché qui stiamo vivendo come un lutto di famiglia, come se avessimo perso un figlio, un fratello, una sorella”: così Antonio Ceraso, sindaco di Cutro, arrivando al Palazzo del Comune dove a breve si svolgerà la riunione del Consiglio dei ministri.
Consiglio dei ministri straordinario a Cutro
A più di dieci giorni dal naufragio costato la vita a 72 persone, il consiglio dei ministri oggi si riunisce a Cutro. Un segnale dato da Palazzo Chigi per spegnere le polemiche indirizzate al governo e in particolare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Critiche che hanno trovato spazio anche sui muri del comune calabrese, dove il governo si riunirà alle ore 15.45. “Cutro non difende Piantedosi”, riporta una scritta comparsa nei pressi della cittadina. “Il governo arriva, i morti rimangono”, si legge ancora, “Benvenuti in Italia”. Su un altro muro: “La loro speranza è uguale alla nostra”. Poi c’è un numero “72” con una croce vicina e la scritta: “Cutro e la Calabria come Siria e Pakistan, abbandonati a se stessi”.
All’ordine del giorno del consiglio dei ministri, che si riunirà nella sede del municipio, ci sarà un decreto su ‘Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”. Nel mirino del governo ci saranno gli scafisti, con un duro inasprimento delle pene attuali, che prevedono il carcere da 1 a 5 anni e multe fino a 15mila euro. Secondo quanto riporta l’Adnkronos, le pene potrebbero essere raddoppiate a 10 anni introducendo un’aggravante per aver provocato la morte di chi, per fuggire dal proprio paese, si affida a scafisti sperando di raggiungere l’Europa.
Fonti qualificate spiegano all’Adnkronos che si starebbe addirittura valutando di raddoppiarle a 10 anni, introducendo anche un aggravante ad hoc per chi provoca la morte di chi, per fuggire dal proprio Paese, si affida a scafisti sperando di raggiungere l’Europa. Nel decreto potrebbe trovare spazio anche uno snellimento delle procedure per chi vuole entrare in Italia regolarmente, nonché un intervento normativo e burocratico per accelerare le richieste.
Previsti anche maggiori controlli sul fronte accoglienza, con l’ipotesi di un intervento sui centri che accolgono i migranti e di un aumento dei flussi tramite i corridoi umanitari, che potrebbero avere un’estensione temporale. Esclusa per il momento una stretta sui permessi di soggiorno. La richiesta della Lega di ripristinare alcune norme contenute nei decreti sicurezza dovrebbe rimanere al momento inascoltata.