Stop sci, il ministro Garavaglia (Lega): “Danni per colpa del Governo, risarcimenti subito”
Stop sci, il ministro Garavaglia: “Danni per colpa del governo”
“È evidente che la stagione è finita. Qui c’è stato un danno che è stato arrecato per una una scelta del governo. E i danni vanno indennizzati“. Il neo ministro leghista del Turismo, Massimo Garavaglia, si scaglia contro il suo stesso governo dopo la decisione di ieri di Speranza di procrastinare al 5 marzo l’apertura degli impianti da sci annunciata a 12 ore dalla riapertura.
Il dietrofront dell’ultimo minuto del ministro della Salute sulla ripartenza dello sci, prevista per oggi 15 febbraio, ha scatenato il putiferio tra gli operatori del settore sciistico ma anche una imponente polemica tra le fila del neo-governo Draghi.
Nella conferenza stampa il neo ministro Garavaglia, insieme al presidente della regione Attilio Fontana, ha aggiunto: “Era importante capire l’entità di questo danno per dare risposta subito già nel testo del decreto e non in sede di conversione. La montagna finora è stata dimenticata“.
“Abbiamo sentito gli operatori – ha detto Garavaglia – e pensare di mettersi in campo dopo il 5 marzo senza certezze oggettivamente non ha senso. Stiamo già raccogliendo le prime istanze concrete ed è importante che siano già inserite nel Decreto Ristori. Non esiste che si debbano aspettare 60 giorni, questa cose non devono più succedere. Ho appena interrotto un incontro con gli operatori per quantificare i danni. Qui non si deve parlare di ristori ma di indennizzi, perché quando si arreca un danno bisogna indennizzare e su questo tema siamo già al lavoro”.
Nell’ordinanza del ministro Speranza sullo sci “è mancato il rispetto per i lavoratori della montagna. Per l’Italia serve un modello buono, come quello del Veneto”, ha detto il ministro Garavaglia in collegamento con l’emittente tv Telenuovo. “Non entro nel merito del metodo – ha aggiunto – ma non può funzionare così. Invece del bonus monopattino, parliamo di incentivi per chi lavora in montagna. Non si deve parlare di turismo, ma di industria del turismo”.
Stop sci, il presidente della Conferenza Stato-Regioni Bonaccini: “Basta scelte last minute, è inaccettabile”
Anche il governatore e presidente della Conferenza Stato-Regioni Stefano Bonaccini definisce “inaccettabile” la decisione improvvisa del ministro Speranza sulla ripartenza dello sci. Il presidente dell’Emilia-Romagna spiega che “c’è molta rabbia non nel merito in sé” della decisione perché “non siamo scienziati e al primo posto verrà sempre la tutela della salute. Ma quello che è accaduto spero sia l’ultima volta perché non è più tollerabile”. Era arrivata dallo stesso Comitato tecnico scientifico, ricorda poi Bonaccini, l’ok alla riapertura degli impianti sportivi in zona gialla. “Abbiamo lavorato insieme ai gestori e agli enti locali per riaprire le piste da sci con regole ancora più stringenti rispetto a prima e abbiamo fatto validare le nuove linee guida”.
Zaia: “Non si può dare lo stop allo sci 4 ore prima. Pagare i danni”
“Le Regioni che avrebbero riaperto oggi, Lombardia e Piemonte, hanno saputo del nuovo stop quattro ore, dico quattro ore, prima della riapertura possibile degli impianti. Dietro alla montagna invernale ci sono sì gli impianti di risalita, i grossi operatori. Ma c’è anche una nuvola densa di piccole attività, dalla ristorazione ai maestri di sci, che non è codificata ma è imponente. Ci sono gli stagionali … Il danno è colossale”. Così Luca Zaia al Corriere della Sera. E aggiunge che con il nuovo improvviso stop alla riapertura degli impianti sciistici “ora non si può parlare solo di ristori. In questo caso ci vorranno degli indennizzi”.
Sono necessari dei risarcimenti, afferma il governatore del Veneto, “perché in questo caso, nella prospettiva di riaprire a breve, gli operatori avevano già battuto le piste e messo le indicazioni, bar, ristoranti e rifugi avevano fatto magazzino, gli stagionali si erano diretti in montagna … A tutte queste persone dici di no il giorno prima? Dopo investimenti particolarmente gravosi, dopo una stagione come quella che è stata? Non ci sono parole per descrivere la rabbia, motivata, dei nostri operatori. È una decina di giorni che assistiamo a un crescendo di dichiarazioni da parte di tecnici e scienziati sull’apertura o meno degli impianti. Un maggior anticipo ci poteva stare… Io avevo fatto l’ordinanza proprio per tener fuori il Carnevale, ma il punto è un altro: mi rifiuto di pensare che occorrano i dati del venerdì per decidere che bisogna tenere chiuso il lunedì. Lo dico proprio per il rispetto che porto agli scienziati”.