Stop alla cannabis light, il Governo vuole equipararla a quella non light
Il Governo Meloni vuole vietare la vendita di cannabis light equiparandola alla cannabis non light. Lo prevede un emendamento al Ddl Sicurezza in esame in commissione alla Camera.
La norma vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge stessa, e quindi quelli industriali consentiti.
Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del Testo unico sulle sostanze stupefacenti, parificando quindi di fatto la cannabis light a quella non light (Cannabis light: ecco quali sono le differenze con la marijuana illegale).
L’emendamento solleva polemiche politiche, nonché la forte preoccupazione da parte degli addetti al lavoro del settore. “Così come concepito, l’emendamento sembra mosso da un pregiudizio verso la cannabis e si pone in contrasto con la giurisprudenza che riguarda la canapa industriale”, osserva, parlando con l’Ansa, Giuseppe Libutti, avvocato costituzionalista che segue aziende di settore della cannabis light.
“Inutile dire .aggiunge il legale – che se dovesse essere approvato aprirà la strada a numerosi contenziosi da parte di chi opera da anni nel settore disciplinato dalla legge 246 del 2016 e svolge un’attività assolutamente lecita”.
Marco Furfaro, responsabile Welfare e contrasto alle disuguaglianze nella segreteria Pd, attacca su X:”Per provare a raccattare quattro voti alle europee, chiuderanno 3.000 imprese e 15 mila lavoratori verranno licenziati. Lavoratori, tra l’altro, per la gran parte giovanissimi”.
Anche il segretario di Più Europa Riccardo Magi critica l’emendamento: “Dal governo c’è una spinta repressiva e punitiva immotivata”. dichiara Magi all’Ansa. “È drammatico, con questo emendamento il governo vuole definitivamente tagliare le gambe a migliaia di operatori del settore della cannabis light, quella a basso contenuto di Thc. Questo emendamento dice che quella light deve essere equiparata in tutto e per tutto alla cannabis con alto contenuto di Thc, nonostante quella non abbia alcun effetto drogante, proprio per le bassi percentuali di principio attivo”.
“È un intervento pesante e sbagliato perché avrà un impatto anche dal punto di vista occupazionale su un settore che in questi anni si è sviluppato e in cui operano migliaia di lavoratori”, prosegue il leader di Più Europa. “Sarebbe servito invece un intervento chiarificatore, ma nella direzione opposta”. Ovvero avrebbero dovuto dire “che anche le infiorescenze della canapa possono essere prodotte e commercializzate a maggior ragione perché non hanno effetto drogante”.