Stop allo smart working per i dipendenti statali: dal 15 ottobre si torna in ufficio
Fine dello smart working emergenziale per la pubblica amministrazione
Il premier Draghi ha firmato venerdì 24 settembre il dpcm per il ritorno in presenza come modalità ordinaria di lavoro, seppur graduale, di tutti i 3,2 milioni di dipendenti delle 30 mila amministrazioni pubbliche a partire dal 15 ottobre. La data non è casuale: coincide con l’entrata in vigore in Italia della certificazione verde per lavorare, ma al momento 320mila lavoratori non sono vaccinati. “Si apre l’era di una nuova normalità”, ha dichiarato il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. “Con successivo decreto ministeriale, fornirò apposite indicazioni operative affinché il rientro negli uffici sia rispettoso delle misure di contrasto al Covid-19 e coerente con la sostenibilità del sistema dei trasporti”, ha aggiunto.
Con i successivi regolamenti si introdurrà la flessibilità di orari di entrata e uscita, lo smart working regolato solo da accordi individuali, che non pregiudichi i servizi, piattaforme digitali o cloud per comunicazioni interne e un piano per lo smaltimento degli arretrati. “Sono in corso le trattative per i rinnovi dei contratti pubblici, che garantiranno una regolazione puntuale dello smart working”, ha specificato Brunetta. Lo smart working sarà infatti ancora possibile, ma come eccezione da concordare con contratti individuali mirati a risultati misurabili e alla soddisfazione dell’utente: la regola tornerà ad essere quella del lavoro in presenza in ufficio.
Si partirà con gli addetti allo sportello, poi con chi lavora nei back office e in parallelo nelle amministrazioni centrali e in quelle periferiche. E se operatori sanitari, forze armate e di polizia nei mesi di pandemia non hanno mai sperimentato il lavoro agile, funzionari ministeriali, dipendenti di Comuni, Province, Regioni, ed enti pubblici torneranno in ufficio muniti di Green pass come i “colleghi” di scuola e università già rientrati tutti in presenza.
Entro il 31 gennaio 2022 ogni amministrazione dovrà presentare il Piano integrato di attività e organizzazione (Piao), all’interno del quale sarà regolamentato il lavoro agile. A quel punto “potrà finalmente decollare uno smart working vero, strutturato, ancorato a obiettivi e monitoraggio dei risultati che faccia tesoro degli aspetti migliori dell’esperienza emergenziale e che assicuri l’efficienza dei servizi”. In mancanza del piano, ciascuna amministrazione non potrà superare il 15 per cento di dipendenti in remoto. Il Piao potrà fissare una percentuale più alta, dimostrando di poterne misurare gli esiti e l’impatto sulla “soddisfazione di cittadini e imprese”, fa sapere Brunetta.