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Home » Politica

Nella Lega non stanno tutti con Salvini: il Carroccio (come il M5S) è spaccato all’interno

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Spaccatura Lega retroscena | C’è aria di crisi nel Carroccio. I malumori sono dovuti alle dichiarazioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che ha fatto dietrofront rispetto ai minibot, una delle proposte più significative della Lega, apprezzata anche dal vicepremier Matteo Salvini che l’ha inserita nel contratto di governo. E se c’è aria di tempesta in via Bellerio, venti ostili soffiano anche in casa Movimento 5 Stelle, alle prese con il dualismo Di Maio-Di Battista e con l’annuncio di una fuoriuscita dal Movimento della senatrice Paola Nugnes.

Le dichiarazioni di Giorgetti hanno causato non pochi cattivi umori nel partito. L’idea del collega Claudio Borghi, cioè usare i titoli di stato di piccolo taglio per ridurre il debito della pubblica amministrazione nei confronti dei creditori, è stata bollata come una scelta discutibile. “Vi sembrano verosimili i minibot? Se si potessero fare li farebbero tutti”, ha dichiarato Giorgetti secondo quanto riportato da Ansa. Il numero due della Lega ha continuato l’affondo nei confronti del compagno di partito, la mente economica ascoltata dal ministro dell’Interno, affermando: “C’è ancora chi crede a Borghi?”.

Secondo quanto riportato oggi da alcuni dei principali quotidiani, le posizioni di Giorgetti possono essere interpretate secondo una duplice lettura, italiana ed europea. Stando al primo caso, come analizzato dal Messaggero, sposando la tesi del ministro dell’Economia Tria e del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, Giorgetti intende “rimettere con i piedi per terra” il dibattito sul debito pubblico, che deve essere pagato in euro e non con i “soldi del Monopoli”, termine usato da Confindustria per definire i minibot. Tuttavia, sottolinea il quotidiano romano, la posizione del presidente leghista della Commissione Bilancio apre una spaccatura interna alla Lega, separando l’ala ortodossa (formata anche da Zaia e Fontana), ostile ai cinque stelle, da quella euroscettica. Oltre a sconfessare il numero uno, Salvini, cui i minibot non dispiacciono al punto da averli inseriti nel contratto di governo.

Spaccatura Lega retroscena – Le dichiarazioni di Giorgetti possono essere lette, come sottolinea Repubblica, anche in chiave europea. In primo luogo, la scelta di criticare i minibot può significare mandare all’Ue un segnale di apertura prima di una possibile procedura d’infrazione e, quindi, aprire le danze per intavolare un negoziato con la Commissione.

Ci sarebbe, poi, anche un tornaconto personale. Prendere le distanze da una proposta osteggiata dall’Unione, in primis dal presidente della Bce, dà a Giorgetti una exit strategy e gli consente di preparare il terreno per la poltrona di commissario europeo, ruolo cui non avrebbe mai potuto aspirare un segretario che difende una misura anti-euro. Nelle cancellerie dell’Unione, infatti, la proposta dei minibot era stata interpretata come un primo passo verso l’abbandono della moneta comune.

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