Governo Conte bis, la lista ufficiale dei sottosegretari dell’esecutivo Pd-M5S
Con i sottosegretari e i vice ministri la squadra del nuovo esecutivo è completa
Nominati i sottosegretari del governo Conte: l’elenco ufficiale
Sono 42 i sottosegretari del governo Conte bis. Questa la divisione: 21 i sottosegretari M5s, 18 del Pd, due i rappresentanti di Leu, uno del Maie.
Il Movimento conserva dunque una maggioranza di sottosegretari e anche di viceministri: ne avrà sei, mentre quattro saranno del Partito democratico.
Dopo giorni di indiscrezioni e totonomi, dunque, ecco la lista ufficiale dei sottosegretari del governo Conte bis, sostenuto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu.
Presidenza del consiglio: Mario Turco (M5s) alla programmazione economica e investimenti e Andrea Martella (Pd) all’editoria.
Interno: Achille Variati (Pd) e Carlo Sibilia (M5s)
Affari Esteri e Cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto (Pd), Manlio Di Stefano (M5s), Riccardo Merlo (Maie)
Economia e Finanze: Pierpaolo Baretta (Pd), Alessio Villarosa (M5s) e Cecilia Guerra (Leu)
Sviluppo economico: Alessandra Todde (M5s), Mirella Liuzzi (M5s), Gianpaolo Manzella (Pd), Alessia Morani (Pd)
Giustizia: Vittorio Ferraresi (M5s) e Andrea Giorgis (Pd)
Difesa: Angelo Tofalo (M5s) e Giulio Calvisi (Pd)
Politiche agricole, alimentari e forestali: Giuseppe L’Abbate (M5s)
Ambiente, tutela del territorio e del mare: Roberto Morassut (Pd)
Infrastrutture e trasporti: Roberto Traversi (M5s) e Salvatore Margiotta (Pd)
Istruzione, università e ricerca: Lucia Azzolina (M5s) e Anna Ascani (viceministro Pd). Giuseppe De Cristofaro (Leu)
Beni e attività culturali e turismo: Anna Laura Orrico (M5s) e Lorenza Bonaccorsi (Pd)
Salute: Sandra Zampa (Pd)
Rapporti con il Parlamento: Simona Malpezzi (Pd) e Gianluca Castaldi (M5s)
Affari europei: Laura Agea (M5s)
Non risulta assegnata la delega ai Servizi, che dovrebbe tenere il premier Giuseppe Conte.
Come si è arrivati al Conte bis e alla nuova squadra di governo
Oggi, dunque, con la nomina dei sottosegretari del governo Conte si è chiusa ufficialmente la squadra del Conte bis, sostenuto da M5S, Pd e Liberi e Uguali. Ma come si è arrivati al cambio di maggioranza e alla nuova squadra di governo?
Tutto ha avuto inizio il 7 agosto scorso, quando in Senato vengono votate una serie di mozioni sulla Tav su cui M5S e Lega, i due partiti di maggioranza dell’esecutivo gialloverde hanno votato in maniera diversa. Il giorno seguente, l’8 agosto, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha ufficializzato la volontà della Lega di tornare alle urne, staccando la spina al governo guidato da Conte.
Il 9 agosto poi, la Lega ha compiuto il primo atto formale della crisi di governo presentando una mozione di sfiducia in Senato nei confronti del premier. Il 20 agosto, Conte si è presentato in Senato, tenendo un discorso durissimo nei confronti di Salvini, il quale, nel frattempo, cercava di ricucire. Ma ormai era troppo tardi. In Aula a Palazzo Madama Conte ha annunciato le sue dimissioni e in serata si è recato al Quirinale per formalizzare al Capo dello Stato la crisi dell’esecutivo gialloverde, rimettendo l’incarico nelle sue mani.
Sono iniziate a quel punto, le consultazioni del presidente della Repubblica, il quale, però, non è riuscito a trovare subito una quadra. Al termine dei primi colloqui Mattarella, viste anche le richieste dei partiti che lo informano del fatto che “sono state avviate iniziative per un’intesa in parlamento per un nuovo governo”, ha concesso altro tempo ai partiti.
Il 28 agosto, nel secondo giro di consultazioni al Quirinale, hanno confermato di aver trovato un’intesa politica, basata sul nome di Giuseppe Conte come leader dell’esecutivo. Conte, così, si è così recato al Quirinale, il 29 agosto, ricevendo l’incarico da Mattarella. Il presidente del Consiglio incaricato ha accettato con riserva il mandato e ha avviato le sue personali consultazioni con i partiti per la formazione di un governo. Il resto è storia recente.
Il 5 settembre c’è stato il giuramento del nuovo governo, che ha poi ottenuto la fiducia alla Camera e al Senato il 9 e 10 settembre.