Fondi dal Venezuela, l’ex M5S Nugnes: “Dubbi sul documento ma il Movimento ha avuto sostegno internazionale”. Fattori: “Sembra un attacco politico”
Le due ex senatrici pentastellate, ora al Gruppo Misto, esprimono su TPI le perplessità sul documento che accusa il Movimento Cinque Stelle di aver ricevuto un finanziamento da 3,5 milioni di dollari dal Venezuela di Chavez nel 2010
Dopo la notizia del quotidiano spagnolo Abc, che ieri ha pubblicato un documento di dubbia autenticità secondo il quale il Movimento Cinque Stelle avrebbe ricevuto un finanziamento da 3,5 milioni di dollari dal Venezuela di Chavez nel 2010, due ex senatrici M5S, Paola Nugnes ed Elena Fattori, entrambe passate al Gruppo Misto, interpellate da TPI, hanno espresso i propri dubbi sulla vicenda, smentita sia da M5S sia dal governo venezuelano.
“Ci sono vari indizi che fanno pensare che quello non sia un documento originale”, sottolinea la senatrice Nugnes. “Inoltre lo stato del Venezuela nel 2010 – e anche adesso – non era in una situazione economica così florida da poter immaginare che finanziasse con questi soldi un partito emergente. Ma sono anche convinta che il Movimento Cinque Stelle abbia avuto dei grandi sostegni internazionali – anche se forse non questi – per arrivare dove è arrivato nei tempi in cui è arrivato”.
Nugnes si riferisce a “sostegni economici o elettorali, di consenso”. E sostiene che “nel momento in cui il Movimento ha deciso di intraprendere la strada del governo del paese, ha intessuto le relazioni che ha ritenuto”. Aggiunge che “il cambio delle politiche del Movimento Cinque Stelle a mio parere è un dato a sostegno del fatto che siano altri – e non i diretti elettori – i soggetti a cui devono dare una risposta”. Il riferimento è forse alla Russia? “Non lo so”, risponde la senatrice. So che purtroppo in Italia non si arriva a certi livelli di consenso senza che ci siano accordi”. All’epoca, riconosce Nugnes, “M5S si vendeva come un movimento di sinistra emergente, che potesse portare avanti dei concetti di socialismo democratico che probabilmente avevano all’epoca un’assonanza con quelli del governo venezuelano”. Tuttavia, sottolinea ancora la senatrice, “non ritengo che quella del Venezuela sia una tesi che possa essere portata avanti, perché sembra proprio che quel documento sia un falso”.
“Non so quanto sia vero, nessuno può dirlo, ma mi sembra tutto molto politicizzato in questo momento”, commenta invece l’ex senatrice pentastellata Elena Fattori, iscritta al misto ormai da novembre 2019. “Mi sembra un fatto difficile da verificare visto che riguarda una persona che non c’è più”, dice riferendosi a Gianroberto Casaleggio, che secondo il quotidiano spagnolo avrebbe ricevuto il soldi del governo venezuelano. “Tutto sommato mi sembra un’accusa abbastanza pretestuosa. Poi c’è da dire che nel 2010 M5S neanche esisteva. C’erano le liste civiche, era solo un primo embrione. Il Movimento è stato fondato nel 2012 per candidarsi alla prima tornata elettorale e poi modificato nel 2017, quindi parliamo di un’entità che ha poco a che fare con quello che c’è adesso”.
“Se pure il blog o Casaleggio nel 2010 ebbero dei finanziamenti – cosa che non so perché mi sembra un documento abbastanza discutibile – era un’epoca che veramente non c’entra nulla col Movimento Cinque Stelle”, aggiunge Fattori. “Se si tratta di un attacco politico – sostiene – questo riguarda tutta quella parte politica dei Cinque Stelle che si è espressa in una determinata direzione: l’ala Di Battista e Di Stefano che avevano certe posizioni sull’argomento. Sembra una cosa molto politica e poco reale”.
Fattori replica inoltre alle parole di Di Stefano, che sul punto ha dichiarato: “Noi abbiamo rinunciato nel 2013 a 50 milioni di rimborsi elettorali, quale sarebbe il senso di prendere 3,5 milioni [dal Venezuela?, ndr]”. “Questo non c’entra niente”, sostiene la senatrice, “I parlamentari all’epoca neanche c’erano. Gli unici che possono rispondere per il 2010 sono i due fondatori, di cui uno purtroppo non c’è più. Tutto ciò che è venuto dopo non ha nulla a che fare con quella fase, quelle sono state decisioni successive prese per mandare un messaggio di sobrietà di quella fase politica. Non è pertinente come risposta. Da ex scienziata lo considererei come un argomento che non porta a nessuna evidenza in quel senso”.
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