Hackerato il sito del sindaco di Sesto San Giovanni: il volto di Liliana Segre in homepage
Hackerato il sito del sindaco di Sesto San Giovanni
Sesto San Giovanni resta al centro dell’attenzione: dopo il no dell’amministrazione comunale alla cittadinanza onoraria a Liliana Segre, il sito del sindaco è stato hackerato e sulla homepage è possibile vedere solo il volto della senatrice a vita.
È successo nella notte tra mercoledì e giovedì: il sito ufficiale del sindaco della cittadina dell’hinterland milanese Roberto Di Stefano è stato oggetto di un attacco hacker e da quel momento l’unica pagina consultabile è quella della home, dove, a tutto schermo compare il volto severo della sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti.
Il Consiglio comunale di Sesto San Giovanni ha respinto la proposta del Movimento Cinque Stelle di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, 89 ani, nella serata del 19 novembre. “Liliana Segre non ha a che fare con la storia della nostra città e darle la cittadinanza sarebbe svilente per lei perché è una strumentalizzazione politica”, ha detto il sindaco Di Stefano per giustificare la decisione del Consiglio comunale.
Decisione che ha scatenato la polemica e la reazione di qualche hacker che è entrato in azione e ha giocato lo “scherzetto” al primo cittadino di Sesto San Giovanni. Di Stefano parla di strumentalizzazione politica, ma il comune del Milanese è stato a lungo conosciuto come la Stalingrado d’Italia. Tradizionalmente di sinistra, Sesto San Giovanni è stato tra i comuni protagonisti della lotta al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dal 2017 la cittadina è guidata dal centrodestra, con il sindaco Di Stefano, eletto tra le fila di Forza Italia. Quello di Sesto San Giovanni è solo l’ultimo degli episodi che vede coinvolta la senatrice a vita Liliana Segre. Negli ultimi giorni a negare la cittadinanza onoraria alla sopravvissuta di Auschwitz è stato anche il comune di Biella. Il sindaco Claudio Corradini ha chiesto scusa alla senatrice, ma in qualche modo si è giustificato parlando di “speculazione indegna”.