La senatrice Elena Fattori esce dal M5S: “Non lascio, sono stata lasciata”
La lettera ai probiviri del Movimento e la richiesta di chiarimenti sui conti intestati al leader politico e sulle spese, e il regime fiscale della piattaforma Rousseau
La senatrice Fattori lascia i Cinque Stelle
La senatrice Elena Fattori lascia il Movimento Cinque Stelle. I pentastellati vedono assottigliarsi ancora una volta il loro gruppo parlamentare: Elena Fattori esce dal partito di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio giovedì 7 novembre. Lo fa esattamente un anno dopo essere finita “sotto inchiesta” per non aver votato il primo decreto sicurezza, quella carta di “identità politica” che è passata indenne dal Conte 1 al Conte 2.
Una lettera per un lungo addio nella missiva firmata dalla Fattori e indirizzata al capogruppo M5S al Senato Gianluca Perilli e ai Probiviri del partito.
Missiva che racconta non solo l’esilio e le pratiche di mobbing cui è stata costretta dopo il no al decreto Salvini, ma anche il deficit di democrazia interna e di trasparenza amministrativa all’interno del Movimento.
Ai probiviri infatti la parlamentare chiede di conoscere gli aspetti gestionali della piattaforma Rousseau, dal regime fiscale all’utilizzo che Davide Casaleggio fa dei fondi che i parlamentari sono tenuti a versare alla sua associazione, pena l’espulsione. La richiesta, inoltrata all’inizio dello scorso mese, non ha mai ricevuto risposta.
Da qui la decisione di passare al gruppo misto. “Me ne vado io, senza aver mai saputo perché mi avete messo sotto processo”. Funziona così ai tempi della democrazia diretta.
Elena Fattori lascia il M5S: la lettera completa
Ecco di seguito la lettera scritta dalla senatrice Fattori:
“Oggi passo al gruppo Misto, ma continuo a sostenere il Governo. Non ho lasciato il Movimento 5 stelle, non ho abbandonato la nave, ma è il capitano che mi ha lasciata senza pane e acqua.
Da ormai un anno, senza peraltro che nessuno me lo abbia comunicato ufficialmente, sono sotto procedura disciplinare la cui conclusione ancora non vede luce.
Un mese fa dunque ho pensato di sollecitare affinché questa storia venisse conclusa tramite una lettera inviata ai Probiviri, al Capogruppo entrante e a quello uscente, con la preghiera di ridarmi quella possibilità di lavorare che mi è stata sottratta in questi mesi.
Non ho ottenuto alcuna risposta, come nessuna risposta ho mai ottenuto ai miei appelli sui provvedimenti ai quali ero maggiormente sensibile come i Decreti Sicurezza, passati in maniera indefessa salvo poi essere ammendati dal presidente della Repubblica con le stesse motivazioni e perplessità da me espresse mesi prima.
Non un emendamento, non un atto (sono la prima firmataria del disegno di legge sulle Agromafie della Commissione Caselli) sono stati avallati dalla dirigenza 5 stelle.
Non ho lasciato, ma sono stata lasciata. Sono stata isolata perfino sul territorio che mi ha dato mandato per portare avanti un programma che di certo non abbandono. Lo sottoscrissi allora e oggi continuerà ad essere una guida.
Non ho potuto partecipare alle iniziative locali per la campagna elezioni europee ed amministrative, sebbene sia stata la seconda più votata a livello nazionale alle parlamentarie senato in termini di numero di voti ricevuti.
Per non parlare della esclusione a riunioni dei parlamentari laziali svolte prima con il sindaco Virginia Raggi sulla questione rifiuti, che direttamente mi riguarda considerati i siti presi in considerazione nel mio territorio, e successivamente con il vice ministro Cancelleri sulla autostrada Roma – Latina. Questa esclusione da percorsi decisionali su temi delicati riguardanti il collegio che rappresento mi impedisce di esercitare il ruolo di portavoce in maniera incisiva.
Sono stata isolata perché l’involuzione del Movimento 5 stelle di oggi, molto diverso da quello che conoscevo e nel quale sono cresciuta, è fatto di deroghe ai principi originari e di assenza di condivisione.
Sono stata lasciata, ma non sono sola perché abbandonati a sé stessi sono anche i territori e i meetup, usati oramai solo per promuovere azioni di governo con fini di consenso e inascoltati nelle loro vertenze locali.
Il potere evidentemente cambia e snatura le persone che non hanno lo spessore per affrontarlo col giusto distacco e con in mente una visione e degli obiettivi. Ho aderito al Movimento 5 stelle per i suoi valori di partecipazione, attenzione all’ambiente, al territorio, alla giustizia sociale e perché predicava la politica come servizio e non come carriera.
Sarò la portavoce di chi crede ancora in questi valori al di là delle bandiere”.