Sardine a Bologna, Santori: “Non è una manifestazione contro Salvini” | VIDEO
Sardine a Bologna, parla a TPI il musicista sul palco di piazza VIII agosto
Il musicista calabrese Salvatore De Siena critica le sardine con un post su Facebook: "Non possono ignorare la Calabria"
Domenica 19 gennaio a Bologna si è svolta un’importante manifestazione delle sardine. Un appuntamento importante e che ha visto una grande partecipazione di pubblico, a una settimana dalle elezioni in Emilia Romagna del prossimo 26 gennaio.
In tutto 50mila persone, per dare una risposta all’odio e al razzismo in vista del voto che toccherà proprio l’Emilia. Ma anche la Calabria. Per questo Salvatore De Siena, musicista calabrese ma che da anni vive a Bologna, ha denunciato con un post su Facebook la chiusura degli organizzatori della manifestazione nei confronti della Calabria e di alcuni suoi esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura originari di quella regione che però non sono saliti sul palco delle sardine di Bologna.
“Care Sardine, la giornata di ieri, con le cinquantamila persone radunate in Piazza 8 Agosto a Bologna per bloccare i venti dell’egoismo e del razzismo, dell’arroganza e della prepotenza, dell’odio e dell’esclusione, forse passerà alla storia d’Italia e, quantomeno, dell’Emilia Romagna. Di questo non ve ne saremo mai abbastanza riconoscenti.
Ma da calabrese, che da trentanni vive a Bologna, consentitemi di esprimere la mia amarezza per la chiusura d’orizzonte di questa iniziativa. Infatti, avere lasciato fuori la Calabria da questo grande evento significa avere fatto un errore politico, significa averla abbandonata a se stessa”, scrive su Facebook Salvatore De Siena.
“Noi, come Parto delle Nuvole Pesanti, storico gruppo calabro – bolognese, abbiamo cercato di farvi comprendere che la nostra presenza sul palco sarebbe stata importante per unire la Calabria all’Emilia Romagna e al resto d’Italia. Non ci avete ascoltato. E così sul palco non solo non c’è stato il Parto delle Nuvole Pesanti ma nemmeno Mimmo Lucano, eroe dell’accoglienza di Riace, nemmeno Vito Teti, il più grande antropologo che sta spendendo la sua vita per cercare di dare un senso alla Calabria, né qualsiasi altro testimone di una regione lontana, forse troppo lontana… E allora se la Calabria il 26 gennaio verrà consegnata alla Lega, se quei venti di cattiveria e malapolitica prevarranno, forse un indiretto contributo l’avranno dato tutti quelli che si sono dimenticati dell’estrema regione italiana.
Intendiamoci. Che le giovani Sardine ignorino l’impegno civile e sociale del Parto, di Mimmo Lucano, di Vito Teti, lo sforzo, la fatica e le battaglie che tanti calabresi, dentro e fuori la Calabria, fanno per cambiare le cose, ci può stare; ma che le Sardine ignorino la Calabria non ci può stare! Nessuna voce si è ricordata che il 26 gennaio ci sono le elezioni regionali anche nella terra di Pitagora e Campanella.
E allora se le Sardine volevano dare voce a chi non ce l’ha, alla Calabria questa voce non l’hanno data. E se il messaggio era quello dell’accoglienza e dell’inclusione, da calabrese mi sono sentito escluso ed abbandonato. E se, come ha detto Alessandro Bergonzoni, quell’ “Ahi me” si deve trasformare in “Hai me”, bisogna ammettere che con i calabresi questo aiuto, questa mano tesa non c’è stata.
Ma la cosa ancora più grave è che, involontariamente, l’assenza di qualsiasi testimone calabrese sul palco, alimenta il rischio che in Emilia Romagna prevalga e si consolidi l’idea che i calabresi siano tutti ‘ndranghetisti, quelli del processo “Emilia”, quelli che sono venuti ad infettare il Nord”.
Infine la stoccata finale: “Care Sardine, voi non sapete che in Calabria c’è un prodotto tipico che si chiama “SARDELLA”. E’ una crema fatta con le sardine miscelate all’immancabile peperoncino. Quand’ero ragazzo e vivevo al Sud, per dire che si apparteneva al popolo, si diceva “appartengo alla sardella” perché l’unione tra sarde e peperoncino mette insieme il valore della comunità, dello stare insieme, della lotta, dell’amore e della solidarietà. Alla prossima iniziativa, magari, ve ne faremo dono”, conclude De Siena.
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