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Sangiuliano: “Meloni ha respinto le mie dimissioni. Con Boccia c’era una relazione ma non sono ricattabile”. Lei replica: “Bugie”

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Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha comunicato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni la propria disponibilità a dimettersi, ma la premier gli ha risposto di “andare avanti”. Lo ha reso noto lo stesso ministro, intervistato nell’edizione di ieri sera del Tg1 per fornire chiarimenti sul caso di Maria Rosaria Boccia, la 41enne di Pompei che poche settimane fa è stata sul punto di essere nominata consigliera personale del ministro per i grandi eventi.

Nell’intervista Sangiuliano ha ammesso di aver avuto un “rapporto di tipo affettivo” con la donna, ma ha ribadito che “non un euro dei cittadini italiani è stato mai speso” in suo favore e che “nessun documento riservato o classificato o inerente ad attività delicate è mai circolato”.

“Assolutamente non sono ricattabile – ha assicurato il ministro – perché in una funzione pubblica sei ricattabile se hai usato impropriamente il denaro pubblico e io su questo terreno non sono ricattabile”. Sangiuliano, in lacrime, ha anche chiesto scusa a sua moglie, a Meloni e ai suoi collaboratori.

A stretto giro sono arrivati due criptici commenti di Boccia, che nelle sue storie Instagram, riferendosi all’intervista da poco andata in onda, ha scritto “Iniziamo a dire bugie” e ha sottolineato una frase in particolare pronunciata dal ministro: “Su questo terreno non sono ricattabile” facendola seguire da una serie di puntini di sospensione.

Cosa ha detto Sangiuliano al Tg1

Con Boccia, spiega Sangiuliano al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, “è nata un’amicizia personale: ne ho riscontrato alcune capacità amministrative e mi era venuta l’idea di nominarla, sempre a titolo gratuito, consigliere per l’organizzazione dei grandi eventi”.

“Poi – prosegue – questo rapporto è diventato un relazione affettiva e sentimentale. Io ho continuato a portare avanti l’ipotesi di nomina, ma poi mi sono consigliato con alcuni amici legali e con il mio capo di gabinetto i quali mi hanno fatto notare, pur non in presenza di una giurisprudenza marcata, tutto ciò poteva configurare un potenziale conflitto di interessi”.

“Quindi ho mandato una mail al capo di gabinetto nella quale lo invitavo a interrompere il percorso di nomina della dottoressa Boccia per il potenziale conflitto di interessi. Non solo per il rapporto sentimentale, ma anche per altri rilievi circa la sua partecipazione a suoi eventi che potevano entrare in conflitto con i nostri”.

“La nomina – puntualizza il ministro – si perfeziona con l’invio all’Ufficio del bilancio che non è mai avvenuto. Non esiste un protocollo, anche il contratto che lei potrebbe esibire non è stato controfirmato, la procedura è stata interrotta, ma questo è successo di frequente in questo governo e altri”.

“Mai un euro del Ministero è stato speso per la dottoressa Boccia. Ho pagato io”, garantisce Sangiuliano, che poi mostra al direttore del Tg1 gli estratti conto della propria carta di credito: “Prima dell’inizio della trasmissione – dice rivolto a Chiocchi – l’ho fatta accedere al dispositivo del mio telefono cellulare con la mia banca e ha potuto vedere con i suoi occhi il biglietto di un treno per Milano e gli aerei per Taormina pagati da me, con la mia carta di credito. Tracciatissimi, fanno riferimento al mio conto corrente personale”.

“Sono pronto a dimettermi subito dopo che Meloni me lo chiede”, sottolinea il ministro. “Ma la ho rassicurata con prove documentali che si tratta di una vicenda di gossip, che mi rendo conto essere fastidiosa, ma mai un euro dei cittadini italiani è stato speso e nessun documento riservato è mai circolato. La presidente del Consiglio mi ha detto di andare avanti e di chiarire subito il punto di verità. Mi ha detto: sii sempre sincero e di’ sempre la verità”.

Quando gli viene domandato se sente di dover chiedere scusa a qualcuno, Sangiuliano si fa serio e visibilmente commosso dice: “La prima persona a cui devo chiedere scusa, perché è una persona eccezionale, è mia moglie. Chiedo scusa a Meloni per l’imbarazzo procurato a lei e al governo. E chiedo scusa ai miei collaboratori, che si sono trovati coinvolti nella vicenda”.

Riguardo ai presunti documenti sensibili sul G7 Cultura di cui Boccia sarebbe venuta in possesso, il ministro sostiene che si tratti di “aspetti marginali” e di “nessun documento classificato o riservato”. Poi aggiunge: “Dopo l’intervento della premier da Del Debbio [l’intervista su Rete 4 di lunedì sera, ndr], lei [Boccia, ndr] ha postato dei documenti che a noi sembrano il programma dell’evento, orari di ingresso o del pranzo. È solo un programma che per altro era già stato pubblicato da La Repubblica online”.

Ma Boccia, domanda Chiocci, potrebbe esibire altri documenti compromettenti? “Sicuramente possono uscire le chat – risponde Sangiuliano – anche se questo sarebbe un reato. Sono chat relative a una relazione affettiva”.

Al ministro viene poi chiesto di chi potrebbe essere la “voce femminile” evocata da Boccia su Instagram che in una conversazione telefonica avrebbe preteso che la nomina della donna venisse stracciata: “Ricordo che in una discussione con mia moglie – dice Sangiuliano – lei mi diceva di interrompere ogni rapporto con questa persona, anche di tipo lavorativo. Potrebbe essere stata carpita questa conversazione”. Quella voce femminile “potrebbe essere di mia moglie, io non ho ascoltato questa conversazione, quindi non so a cosa fa riferimento”.

Il ministro racconta che “a un certo punto” gli era venuto il sospetto che Boccia registrasse le loro conversazioni: “È uno dei motivi – dice – per cui ho voluto interrompere la relazione. Io non registro nessuno, anche da giornalista chiedevo l’autorizzazione di registrare. Non sono mai stato complottista e non voglio pensare ad altre, anche se le cose emerse in questi ultime ore mi fanno pensare”. “Pensa che ci sia una regia dietro?”, chiede Chiocci. “Lo escludo categoricamente”, è la risposta.

LEGGI ANCHE: Boccia attacca Sangiuliano: “Te l’ho già detto ieri al telefono, non storpiare la realtà per coprire chi non lo merita”

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