Salvini in treno senza mascherina e sul posto vietato: polemica sulla foto del leader della Lega
La foto di Salvini in treno senza mascherina e sul posto vietato: polemica
“In viaggio verso la splendida terra di Puglia, il treno va e leggo un po’ di vostri commenti e messaggi”: un post di Matteo Salvini su Facebook è stato bersagliato dal popolo dei social perché il leader della Lega si è fatto immortalare senza mascherina e su un posto vietato per evitare il diffondersi del Coronavirus. In poche ore, il post si è riempito di migliaia di commenti che attaccavano il segretario del Carroccio, nelle scorse settimane già finito nella bufera per aver violato più e più volte le regole sul distanziamento sociale. Non mancano, ovviamente, anche i commenti di supporto a Salvini.
Il leader leghista si stava recando ad Andria e per questo si trovava un mezzo di Trenitalia. Come è ben risaputo, ormai, la compagnia ferroviaria ha imposto come regola per la permanenza a bordo delle locomotive l’obbligo di indossare la mascherina. Come si vede nella foto, però, Salvini ne è sprovvisto, mentre siede accanto al finestrino e guarda lo schermo del suo smartphone. In più, alle sue spalle si vede il cartello che chiede ai passeggeri di non occupare quel posto, per rispettare le regole sul distanziamento sociale. Molto probabilmente Salvini sedeva nel posto accanto, quello assegnatogli dalla compagnia, e si è spostato per scattare la foto. Nonostante ciò, il suo gesto non è stato di certo di buon esempio per i cittadini. E molti utenti su Facebook non hanno evitato di farglielo notare.
1. Perché questa fase di impasse rischia di logorare più Salvini e Meloni che la maggioranza giallorossa / 2. Mondragone, Bartolini, Val Seriana: tra profitto e salute indovinate chi vince col Covid / 3. Lo spettro del virus tra gli invisibili di Roma
4. Le regole per tornare a scuola: in classe almeno 1 metro di distanza. Resta l’incognita mascherina / 5. Mondragone dimostra che il problema non è il Covid, è la fame. E lo Stato non ha soluzioni / 6. Gallera dorma pure sonni tranquilli, noi lombardi un po’ meno (di Lorenzo Zacchetti)