Salvini teme il sorpasso della Meloni nei sondaggi: ecco perché ha ripreso a martellare su Draghi
“Noi rispondiamo con i fatti, con il lavoro dei nostri sindaci, dei nostri governatori, dei nostri parlamentari. Poi alcune battaglie le vinciamo, alcune le perdiamo… Però, se sei dentro il governo, puoi incidere, puoi decidere, puoi ottenere. Se, invece, stai fuori, come ha scelto di fare la Meloni, puoi solo protestare, puoi proporre, suggerire ma non puoi ottenere…”.
Sono parole pronunciate da Matteo Salvini: a sentirle parrebbe un trionfo per il capitano leghista, ma in realtà anche dalle parti di via Bellerio non c’è tutto questo entusiasmo per la situazione attuale. Tanto che è scattato l'”allarme rosso”: se si andasse oggi alle elezioni politiche, la Lega prenderebbe solamente il 20,9% con consensi terribilmente in calo anche rispetto solamente alle ultime settimane, mentre Fratelli d’Italia arriverebbe al 18,7 e il Pd di Enrico Letta si fermerebbe al 19% (dati Swg).
Insomma, un vero tracollo rispetto ai fasti di poco più di un anno fa, quando i sondaggi attestavano il partito di Matteo Salvini al 35% se non di più.
Ma il peggio, per il Capitano leghista, sarebbe ancora di la da venire perché, secondo i ragionamenti che si fanno in casa leghista, se continua questo trend, al massimo entro la fine dell’anno (ma c’è chi teme molto prima) Giorgia Meloni avrà superato Matteo Salvini. Con una doppia possibile sconfitta per il leghista: la perdita della leadership del centrodestra (ricordate il mantra “comanda chi ha più voti”?) e la messa a repentaglio anche di quella del partito.
“Sarebbe un grave problema per Salvini scendere sotto la soglia psicologica del 20%, ma sarebbe ancora più grave essere superati da Giorgia”, spiegano senza troppi giri di parole a TPI da casa Lega. Ecco perché Salvini nelle ultime settimane ha ripreso a “martellare” sulla comunicazione: “Il Capitano ha bisogno di puntellare continuamente la sua leadership perché, se continua di questo passo, ben presto potrebbe essere messo in discussione”.
Secondo Radio Transatlantico, sarebbero due nomi i nomi prediletti dal corpaccione leghista se la situazione dovesse precipitare: Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia.
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