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Home » Politica

Altro che sicurezza e prima gli italiani, del ministro-poliziotto in divisa la Camorra se ne frega e spara anche ai bambini

Immagine di copertina
Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell'Interno. Credit: Ansa

Caro ministro dell’interno (e dell’inferno), l’interno è un inferno. C’è gente che spara per strada, anziani che vengono martellati e che rimangono morti con le facce schiacciate per una rapina, c’è una paura diffusa sul fatto che le mafia, ora la camorra ma prima la ‘ndrangheta stiano pericolosamente rialzando la testa.

Caro ministro dell’interno, è davvero sicuro che all’interno vada tutto bene? Sia tutto a posto?

Caro ministro, come la mettiamo con queste mafie che dovevano esser sconfitte in questi mesi, cosa ha realmente fatto oltre che i soliti tweet triti e ritriti che ci intasano la quotidianità?

Ha emesso uno dei suoi velocissimi decreti come quando le serve bloccare qualche disperato oppure si è limitato a pensare che con tutte queste pistole in giro finalmente i cittadini creeranno un clan ancora già grande di quello delle mafie e si faranno giustizia da soli?

Dove sono i famosi atti antimafia che ci ha promesso fin dall’inizio, quando sognava di essere il nuovo Maroni e invece è risultato essere un ragazzino quasi sempre in gita che marina le lezioni e non è mai all’interno del suo ufficio da ministro dell’interno lasciato sguarnito come sono sguarniti quelli sportelli affidati ai dipendenti pubblici fannulloni che lei ogni giorno ci indica come male dell’Italia?

Caro ministro dell’interno, ma davvero ha intenzione di svolgere la sua funzione limitandosi a presenziare sul luogo di un omicidio di mafia per sparare candidamente un po’ di retorica antimafia e qualche accusa a caso alle amministrazioni locali?

Ma davvero pensa di essere credibile nella sua veste di turista internazionale mentre l’ordine e la sicurezza di cui lei è responsabili vivono giorni così neri com’è accaduto in questi ultimi giorni e lei, come un avvoltoio, capace solo di arrivare in tempo per odorare il sangue, spremere un po’ di pietà finta ai parenti delle vittime e organizzare una bella diretta Facebook?

Fare antimafia, farla da ministro dell’interno è una cosa terribilmente seria. Se non ne è capace come appare evidente dagli ultimi accadimenti allora tranquillamente si faccia da parte e lasci il suo posto a qualcuno più serio e più capace di lei.

Non ci perderà nulla per la sua continua campagna elettorale per le prossime europee ma almeno i cittadini italiani potranno avere la sensazione di non Stato che la mafia non la combatte a parole (o forse addirittura la aiuta come nel caso Siri) ma uno Stato che non si permette e non permette che una nonna con una nipotina venga fracassata da un proiettile rimbalzato per sbaglio e che fa sanguinare un Paese intero. Ci pensi, ministro.

Ai tempi di Salvini l’apologia al fascismo non è più reato (di G. Cavalli)
Il caso Siri puzza di mafia, molto più di quello che la Lega vorrebbe far credere (di G. Cavalli)
Salvini e quel “vizio” di farsi fotografare con i criminali: se sono italiani va bene? (di F. Salamida)

 

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