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La proposta di Salvini sulla sicurezza stradale: multe in base al reddito. Come funziona

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La proposta di Salvini sulla sicurezza stradale: multe in base al reddito. Come funziona

“Nell’ambito della revisione del codice la strada che Salvini ha annunciato – ha precisato il viceministro delle infrastrutture e trasporti Galeazzo Bignami nel corso della presentazione del rapporto Dekra sulla sicurezza stradale – svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni, perché se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta da un punto di vista di contrasto ai fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata”.

Nel corso del suo intervento, infatti, il ministro Salvini ha proposto una stretta sulle sanzioni per chi guida, attraverso una revisione del codice della strada di trent’anni fa. A partire dalla possibilità della revoca a vita della patente nei casi più gravi.

Multe proporzionate

La proposta delle sanzioni più o meno alte in base al reddito, invece, sarebbe una novità assoluta per l’Italia. In altri Paesi europei funziona già così, in Finlandia addirittura dagli anni Venti. Ma non solo. La sanzione proporzionata al reddito è infatti già realtà anche in Germania, Danimarca, Svezia, Francia, Svizzera, Belgio e Gran Bretagna, ultimo Paese ad aver introdotto il sistema nel 2017.

A cambiare sarebbe il metodo di calcolo della multa. In Gran Bretagna, per esempio, le infrazioni sono suddivise in ordine crescente di gravità. E la sanzione varia tra il 25 per cento e il 175 per cento del reddito settimanale dell’automobilista coinvolto a seconda della serietà della trasgressione, con un tetto massimo fissato a 2.500 sterline per una violazione commessa in autostrada e a 1.000 nella restante viabilità.

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