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Salvini: “Pronto a partire per l’Ucraina, dal New York Times solo sciocchezze. Non ho mai preso soldi da nessuno”

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“Sto valutando la possibilità tecnico-logistica di essere in presenza in Ucraina perché al di là delle manifestazioni un conto è invocare la pace un conto è esserci in presenza”: lo ha dichiarato Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera in cui ha parlato della guerra in Ucraina.

“Mi piacerebbe che in entrata ci fosse un flusso di combattenti per la pace. Sto ragionando con l’ambasciata italiana, la Caritas, Sant’Egidio. Ho inviato messaggi al premier polacco e ungherese per avviare dei corridoi di pace. Stiamo lavorando ad un grande movimento per pace che si frapponga alla guerra” ha aggiunto il segretario della Lega, che si è difeso anche dall’ultimo attacco del New York Times, che intravede nell’invasione russa in Ucraina i primi scricchiolii nell’impalcatura dell’ideologia identitaria globale che ha segnato la nostra epoca recente, vedendo in Putin l’uomo forte su cui fare totale affidamento.

“Mi dispiace che un giornale di una democrazia così importante abbia tempo da perdere in sciocchezze da scrivere. Non dipendo da nessuno. Non ho mai preso dollari, rubli, yen o franchi svizzeri” ha dichiarato il leader del Carroccio.

Secondo il quotidiano statunitense i politici di destra hanno tessuto per anni le lodi di Vladimir Putin, vedendolo come il difensore delle frontiere chiuse, del conservatorismo cristiano e del machismo a petto nudo nell’era delle politiche identitarie che vedevano in Putin e della globalizzazione occidentale. Il servilismo nei confronti del presidente russo era parte integrante, insomma, del manuale del perfetto populista.

Ma il scellerato attacco di Putin all’Ucraina, che molti tra i suoi sostenitori giuravano non sarebbe mai accaduto, ha fatto capire chi fosse veramente, facendo calare  il presidente russo nel ruolo dell’uomo nero sul palcoscenico globale, con le sue ambizioni imperiali che minacciano la stabilità dell’Europa e un’escalation nucleare.

Ora molti dei suoi sostenitori –dalla Francia alla Germania agli Stati Uniti al Brasile – si trovano in una posizione piuttosto imbarazzante, prosegue il NYT, e forse, aggiunge, nessuno come Matteo Salvini, che in passato è stato un ‘fanboy’ impenitente di Putin, incarna così perfettamente il dilemma in cui si trovano.

Come ha fatto notare al giornalista americano il direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, Lucio Caracciolo, per i populisti questo sarà “un colpo fatale.” I membri dell’ultra destra che godevano di una relazione speciale e di sostegno finanziario da parte dello Zar russo ora si trovano “in guai seri.”

Salvini è stato immortalato nella Piazza Rossa e al Parlamento europeo mentre indossava una maglietta con il volto di Putin stampato sopra e ha dichiarato di preferire il presidente russo a quello italiano. Ha più volte rilanciato le richieste di Putin per mettere fine alle sanzioni contro la Russia dopo l’annessione della Crimea e rispondendo a chi lo accusava di prendere soldi dal Cremlino, ha sempre risposto: “Lo stimo gratis, non per soldi.”

Come molti altri leader europei, aggiunge il NYT, adesso Salvini sta tentando di passare per una “strettissima cruna dell’ago” condannando le azioni di Putin.

Dopo essersi cosparso il capo di cenere deponendo fiori davanti all’ambasciata ucraina Salvini ha incontrato nei giorni scorsi a Milano il console ucraino in Italia Andrii Kartysh. “Siamo vicini al popolo ucraino,” ha detto, “la Lega è da sempre contraria alle bombe,” auspicando l’immediata cessazione delle ostilità aperte da Mosca.

Ciononostante il leader leghista non sembra aver rinunciato alle sue posizioni anti-NATO e dopo l’incontro con Kartysh, a chi lo incalzava per le sue posizioni filo-Putin, ha tagliato corto: “Siamo nel 2022 e stiamo lavorando per bloccare la guerra. I pentimenti si fanno in chiesa.”

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