Salvini a processo, la Lega fa la “Pontida del sud”
Manca meno di una settimana alla prima udienza del processo a Matteo Salvini per il caso Gregoretti, fissata per il 3 ottobre presso il Tribunale di Catania. In diverse occasioni il leader leghista ha fatto sapere di essere pronto ad affrontare i giudici e di non essersi pentito delle decisioni prese. La Lega, che inizialmente si era detta contraria a manifestazioni anti giudici, ha organizzato una due giorni di incontri e dibattiti in programma giovedì 1 e venerdì 2 alla Nuova Dogana del capoluogo etneo dal titolo “Gli italiani scelgono la libertà” e che terminerà proprio sabato, giorno del processo.
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Stefano Candiani, già sottosegretario all’Interno con Matteo Salvini ministro, è il commissario della Lega in Sicilia. E uno degli organizzatori di “Gli italiani scelgono la libertà”. “In tanti arriveranno a Catania per il processo politico a Salvini. Al quale rispondiamo con una serie di incontri e discussioni che rimettono al centro il Paese“, spiega in un’intervista al Corriere della Sera.
Deputati, senatori, europarlamentari e quanti più militanti possibile, tutti convocati per le 10 del mattino di sabato, negli stessi minuti in cui il segretario sarà davanti al suo giudice per rispondere dell’accusa di sequestro di persona per la vicenda della nave Gregoretti. “Catania capitale europea della libertà. Processate anche me”, sarà lo slogan sul palco del parcheggio Borsellino, dentro il Porto di Catania. Si terrà lì una lunga maratona oratoria dei parlamentari (ma anche di altri ospiti invitati dal partito) in difesa del capo finito sotto processo.
“Ripeto: noi cercheremo di accendere i riflettori sul tema delle libertà. Perché il processo a Salvini è politico. Salvini va alla sbarra dopo la votazione figlia di un accordo politico tra Pd e 5 Stelle”, insiste il leghista. “Li ha letti i messaggini di Palamara? Non vede le indagini fatte nei nostri confronti con l’unico obiettivo di screditarci? Salvini viene processato perché ha fatto il proprio dovere: difendere i confini. Senta qui: nel 2018, il 25 settembre, gli sbarchi erano stati 21mila, nel 2019? con Salvini ministro? Erano stati settemila, quest’anno siamo già a 23 mila. Ma a quanto pare – conclude Candiani – non basta fermare le navi per essere processati?”.
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