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Salvini ha due problemi e tutti e due cominciano con la lettera G (di M. Antonellis)

Immagine di copertina
Giorgetti, Salvini, Meloni. Credit: ANSA

“Salvini avrà presto due problemi e tutti e due cominciano per G”, spiegano in ambienti parlamentari solitamente bene informati su quanto avviene in ambito di centrodestra. Uno è interno al partito, l’altro è esterno: uno si chiama Giancarlo e l’altro Giorgia.

Ne avevamo già scritto nei giorni scorsi ed ora finalmente se ne accorge anche il capogruppo della Lega a Montecitorio, il fedelissimo del Capitano leghista Riccardo Molinari: “La tattica di Fdi è chiarissima, è molto semplice. Quando hai numeri parlamentari così esigui e non sei determinante è anche semplice stare all’opposizione. Con il ruolo di unica opposizione, vogliono cercare di lucrare politicamente sugli errori che inevitabilmente il Governo farà, fregandosene dell’appello del presidente della Repubblica”.

Traduzione per chi non lo avesse capito: Fratelli d’Italia proverà a rubare voti alla Lega e, magari, se dovesse arrivare il sorpasso, anche a reclamare la leadership del centrodestra a favore di Giorgia Meloni. Insomma, parole come pietre lanciate all’indirizzo dell’alleato (fino a prova contraria) Fdi.

Resta poi il “problema” Giorgetti, che Matteo Salvini con dichiarazioni pubbliche (ecco perché ha subito alzato la voce con il governo) e cene private sta tentando in tutti i modi di “blindare”.

Il leader di via Bellerio sa benissimo che non c’è uomo più stimato dai poteri forti di GG (a proposito: chissà cosa avrà pensato stamattina vedendolo sedere alla destra di Mario Draghi). E sa altrettanto bene che, se la Lega nei prossimi mesi dovesse scendere sotto la soglia psicologica del 20%, per lui sarebbero dolori e qualcuno, proprio dalle parti di quei poteri forti che non lo hanno mai amato, comincerà a chiedere aria nuova al vertice della Lega. Magari proprio a vantaggio dell’attuale ministro dello Sviluppo economico oppure del super leghista veneto Zaia.

Insomma, il Capitano è stretto in una morsa a tenaglia: da un lato, imprenditori e poteri forti avranno come interlocutore privilegiato Giorgetti (con Zaia pronto a subentrare) e, dall’altro, c’è Giorgia Meloni che punta al sorpasso per soffiargli la leadership del centrodestra, forte anche del fatto che a breve Fratelli d’Italia potrebbe ritrovarsi tra le mani commissioni potenti come Copasir e Vigilanza Rai. Capito ora perché Matteo ha alzato la voce con Draghi?

Leggi anche: 1. Il Pd e il “mistero” dell’intergruppo parlamentare: Zingaretti non ne sapeva nulla / 2. Qui Radio Colle: Draghi sui sottosegretari dovrà decidere da solo. Niente “aiutini” da Mattarella

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