Salvini vuole mettere le mani anche sulla Polizia. E fa innervosire il Colle
L’appetito viene mangiando e dopo la scorpacciata di sottosegretari (l’obiettivo era averne almeno uno in più del Pd e ci è riuscito) il capitano leghista Matteo Salvini mette nel mirino i vertici della Polizia. Ha cominciato di buon’ora con un’intervista mattutina che ha messo in allarme gli alleati di governo: “Siamo contenti di poter partecipare alla scelta del nuovo capo della Polizia col sottosegretario Molteni. Anche perché, essendo passati dai 250 sbarchi di gennaio-febbraio 2019 ai 4.000 di quest’anno, c’è parecchio da lavorare…”, annunciando così battaglia sulla prossima scelta che dovrà affrontare Luciana Lamorgese.
Stonatura istituzionale non da poco (e che ha fatto arricciare più di qualche sopracciglio anche dalle parti del Colle) dato che il Capo della Polizia è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta di esclusiva competenza del Ministro dell’Interno. Insomma, non è previsto che possano esercitare alcun ruolo nella nomina i sottosegretari o tantomeno i partiti.
Ad ogni modo, secondo i rumors di palazzo sono tre i nomi in pista per succedere a Gabrielli: il prefetto Lamberto Giannini, esperto di antiterrorismo e capo della segreteria del Dipartimento di Polizia di Stato, Maria Luisa Pellizzari, la prima donna a diventare numero 2 alla polizia di Stato e Vittorio Rizzi, direttore generale della Polizia criminale ed ex questore dell’Aquila.
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