Le prime cose che vuole fare Salvini da ministro dell’Interno
Dopo il giuramento Salvini si è insediato al Viminale, rilasciando alcune dichiarazioni sulle sue priorità da ministro dell'Interno
Il leader della Lega Matteo Salvini, dopo aver giurato da ministro dell’Interno venerdì 1 giugno 2018, si è recato al Viminale per la procedura di insediamento.
Salvini ha subito rilasciato alcune dichiarazioni su quelle che saranno le sue priorità da ministro dell’Interno: “Ci sono 3500 poliziotti che vanno in pensione ogni anno ma non vengono rimpiazzati. Bisogna ringiovanire l’organico delle forze dell’ordine, altrimenti tra 15 anni avremo un problema”.
Il leader della Lega ha parlato anche di immigrati: “Una priorità sarà rimpatrio di circa 500mila migranti irregolari. Ci sono solo 6mila rimpatri l’anno attualmente, troppo pochi”.
“Sarà quindi necessario stipulare accordi con i paesi di provenienza. L’Italia ne ha già alcuni con Tunisia, Egitto, Nigeria, Sudan e Gambia, ci servono però più fondi”.
“I 5 miliardi per il sistema di accoglienza vanno ridotti”, ha proseguito il leader della Lega.
Sulla sicurezza, Salvini ha detto: “Gli italiani ne vogliono di più, ho diverse idee per rispondere a questo loro bisogno”.
Salvini si è anche espresso sui rapporti con la Chiesa cattolica, che ha manifestato preoccupazione per la sua linea dura sui migranti: “Con la Chiesa ci sono molti punti di contatto. Tutti sono interessati a sviluppare un sistema di accoglienza sostenibile, nei limiti delle regole e delle possibilità”.
Questi sono i programmi di Salvini da ministro dell’Interno contenuti nel contratto di governo
Immigrazione
Per quanto riguarda l’immigrazione, il contratto di governo parla innanzitutto della creazione di centri di detenzione per gli immigrati irregolari che possano contenerli tutti. La stima degli immigrati irregolari fatta da Lega e M5s è di circa 500mila persone.
I centri verranno creati in tutte le regioni, e avranno la funzione di accelerare (oltre che di aumentare) le espulsioni.
Nel contratto di governo c’è anche scritto che le domande per il diritto di asilo dovranno essere effettuate e valutate nei paesi di origine e di transito (non, quindi, in Italia) in strutture che garantiscano la piena tutela dei diritti umani.
Viene poi sollecitata la stipula di accordi bilaterali con i paesi di transito e di origine dei richiedenti asilo, anche qui per velocizzare le procedure di rimpatrio.
Salvini vuole intervenire anche sui ricongiungimenti familiari e i sussidi sociali dei migranti, per evitare casi fittizi e l’utilizzo di fondi non proporzionati alle disponibilità economiche dell’Italia.
C’è poi la volontà di intervenire sul regolamento di Dublino, stabilendo il principio di equa ripartizione dei richiedenti asilo tra i vari paesi dell’Unione Europea, con parametri oggettivi e quantificabili.
Salvini intende poi stabilire delle specifiche fattispecie di reati che, se commessi da richiedenti asilo, comportino l’immediato allontanamento dal territorio nazionale.
Rapporti con le altre confessioni religiose
Salvini vuole istituire un registro dei ministri di culto e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzione delle moschee. Il leader della Lega intende inoltre predisporre strumenti adeguati per la chiusura di tutte le associazioni islamiche radicali e di moschee e luoghi di culto irregolari.
Sicurezza
Nel contratto di governo è previsto un aumento dei fondi e delle dotazioni per le forze dell’ordine, oltre che l’assunzione di nuovo personale. Ci sono poi misure per il contrasto al gioco d’azzardo, come il divieto di assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni per società che operano nel settore e l’introduzione di una tessera personale per prevenire l’azzardo minorile.
Salvini vuole poi velocizzare le procedure di sgombero delle abitazioni occupate abusivamente. Nel contratto c’è scritto che “le sole condizioni di difficoltà economiche non possono mai giustificare l’occupazione abusiva”. Inoltre, “gli occupanti abusivi stranieri irregolari vanno rimpatriati”.
Infine, Salvini vuole chiudere, nel breve periodo, tutti i campi Rom irregolari, per arrivare poi nel medio periodo alla chiusura anche di quelli regolari.