Elezioni in Sardegna, insulti a Matteo Salvini: “Mi hanno detto stronzo e m**da? Vi rispondo così” | VIDEO
Il vicepremier reagisce con ironia durante il comizio per le regionali 2019
SALVINI INSULTI SARDEGNA – “Mi ha detto ‘stronzo’? Ohibò. Anche m**da? Permettetemi di sorridere perché ho la certezza che domenica i sardi voteranno per riprendersi in mano il loro futuro. E quindi dimmi ‘stronzo’, dimmi ‘m**da’, dimmi quello che vuoi: la democrazia è bella perché poi la gente sceglie. Fattene una ragione. Però non è educato dire ‘stronzo'”. A parlare, con tono ironico, è il ministro dell’Interno Matteo Salvini che risponde così a chi lo contesta durante un comizio a San Gavino Monreale, in Sardegna.
Il vicepremier, in vista delle elezioni regionali del 24 febbraio 2019, stava discutendo del tema immigrazione. Tra i tanti applausi ricevuti dai sostenitori, non sono mancati i fischi e, dunque, i contestatori che hanno insultato il leghista. Il quale, però, ha sempre la battuta pronta, come si può notare nel video.
Le elezioni 2019 in Sardegna
Domenica 24 febbraio in Sardegna si vota per le elezioni regionali 2019. La Sardegna non è l’unica regione chiamata alle urne quest’anno. Ce ne sono, infatti, altre 5: Abruzzo, dove si è votato lo scorso 10 febbraio, Basilicata, Emilia Romagna, Piemonte e Calabria.
I candidati presidente alle regionali in Sardegna sono 7: Christian Solinas per il centro-destra, sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega tra gli altri; Massimo Zedda, sindaco di Cagliari e sostenuto da Pd, Leu e altre liste di centro-sinistra; Francesco Desogus, il candidato del Movimento Cinque Stelle; Ines Pisano, indipendente; Andrea Murgia (Autodeterminazione); Paolo Manichedda (Partito dei Sardi) e Mauro Pili (Sardi e Liberi).
I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 di domenica. Ogni elettore ha a disposizione un’unica scheda con cui votare sia per il candidato presidente che per i consiglieri regionali. La legge prevede una soglia di sbarramento del 10 per cento per le coalizioni e del 5 per cento per le liste non coalizzate. La legge elettorale prevede il voto disgiunto, cioè è possibile votare per una lista e per un candidato presidente non collegati fra loro. Ciascun elettore deve recare con sé un documento di identità e la scheda elettorale.