Salvini, il piano per le pensioni: “Togliere il reddito di cittadinanza a 900mila persone per finanziare Quota 102”
Salvini, il piano per le pensioni: “Togliere il reddito di cittadinanza a 900mila persone per finanziare Quota 102”
Togliere ai percettori del reddito di cittadinanza per dare ai pensionati. Matteo Salvini è tornato sulla sua proposta per finanziare “Quota 102” tramite la sospensione per sei mesi del reddito di cittadinanza a chi è in condizione di lavorare.
Il provvedimento, che consentirebbe di andare in pensione a chi ha almeno 61 anni di età con 41 anni di contributi, dovebbe costare un miliardo di euro, secondo le stime citate dal segretario leghista. “Lo recupereremo sospendendo per sei mesi il reddito di cittadinanza a quei 900mila percettori del reddito che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi”, ha detto il vicepresidente del Consiglio in un’intervista a Bruno Vespa per il suo nuovo libro.
Salvini si è anche detto favorevole alla proposta della ministra del Lavoro Marina Calderone sulla “quota flessibile”, per mandare in pensione circa 470mila lavoratori tra i 61 e i 66 anni con 35 anni di contributi, a fronte di una riduzione proporzionale dell’assegno. “Va benissimo anche questa”, ha affermato. “Per i medici ospedalieri e il personale sanitario pensiamo di muoverci in maniera opposta. Quando hanno maturato l’età e i contributi per andare in pensione, se accettano di restare al lavoro prendono lo stipendio maggiorato di una parte dei contributi che lo Stato dovrebbe versargli”, ha detto il neoministro delle Infrastrutture nell’intervista per il libro “La grande tempesta”.
Salvini è anche tornato sulla richiesta di una conferenza internazionale di pace, avanzata anche dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, prima del voto di fiducia al nuovo governo. “C’è un aggressore e un aggredito, ma tutte le guerre finiscono a un tavolo negoziale. L’Ucraina è parte lesa e la comunità internazionale si farà garante dell’accordo”, ha ribadito Salvini, che ha detto di non avere riserve sull’invio di armi. “Abbiamo votato ogni decreto in favore dell’Ucraina, sia quelli economici che quelli sulle armi. Adesso siamo preoccupati per l’inasprirsi dei toni: mi allarmo se leggo di esercitazioni nucleari sia da parte russa che da parte occidentale. E poi dobbiamo evitare che le sanzioni ricadano sulle spalle degli imprenditori e dei lavoratori italiani”.