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Home » Politica

Salvini difende Orban sulla legge anti-gay: “Ogni stato è libero, no a intromissioni”

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Credit: Ansa

Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto nel dibattito riguardante la legge ungherese “contro la promozione dell’omosessualità” voluta dal governo di Viktor Orban. “Ogni Stato sia libero di decidere sulla propria organizzazione scolastica e universitaria, sull’organizzazione della giustizia, non capisco le intromissioni“, ha dichiarato Salvini, specificando di aver letto il provvedimento.

Ieri il primo ministro ungherese aveva accusato i leader Ue che si sono espressi criticamente di non aver letto la legge, ritenuta discriminatoria verso le persone Lgbt. Il provvedimento prevede un divieto di “rappresentazione e promozione dell’identità di genere diversa dal sesso alla nascita, il cambio di sesso e l’omosessualità” per i minori di 18 anni. Orban ieri ha difeso la legge, sottolineando che non si tratta di una legge contro i gay ma per la “tutela i diritti dei bambini“.

Salvini ha commentato anche la controversa nota del Vaticano che ha chiesto di modificare il ddl Zan contro l’omotransfobia: “Io sono contento: le richieste della Chiesa sono, molto umilmente, le nostre”, ha detto. “Vogliamo un testo che punisca pesantemente ogni discriminazione e abuso, togliendo gli argomenti divisivi: i bimbi, la scuola e l’educazione, che spetta alla famiglia, oltre ai reati di opinione”.

“La palla sta nel campo del Pd: noi, la Lega e tutto il centrodestra, siamo pronti a sederci attorno a un tavolo per risolvere tutti i problemi di questa legge”, aggiunge Salvini, che avverte: “Senza il dialogo sul ddl Zan il provvedimento contro l’omofobia non passa. Noi siamo disposti domani a chiudere un testo che punisca violenze e abusi e non inventi reati di opinione. Se Pd e M5s continueranno nella battaglia ideologica, nella volontà di chiudersi nel proprio recinto la legge non si approva”.

Leggi anche: 1. L’Uefa vieta lo stadio arcobaleno per Germania-Ungheria: ”No a riferimenti politici” /2. Dal Vaticano a Orban, passando per Salvini e Meloni: in Europa è in atto un’offensiva contro i diritti Lgbt

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