Salvini e lo spettro della crisi di governo: “Di Maio dice troppi no”
Salvini e lo spettro della crisi di governo: “Di Maio dice troppi no”
Matteo Salvini si lamenta ancora dei “troppi No” del Movimento 5 Stelle e non allontana lo spettro della crisi di governo. È l’ultimo retroscena che riguarda il ministro dell’Interno. Nelle stesse ore in cui, ieri pomeriggio, veniva diffuso un audio esclusivo di Luigi Di Maio, che nel corso di una riunione definiva la Lega “insopportabile”, il leader del Carroccio evidenziava che le distanze dagli alleati non si sono affatto ridotte.
A raccontarlo è oggi il quotidiano Repubblica, in un articolo a firma Carmelo Lopapa, che riporta alcune frasi pronunciate dal ministro dell’Interno sulla spiaggia a Milano Marittima, dove ieri si è recato dopo aver partecipato al funerale a Somma Vesuviana del carabiniere Mario Cerciello Rega. Salvini ha manifestato tutto il suo sconforto: “Sì, ci sarà il Consiglio dei ministri sulle autonomie, mercoledì pomeriggio. Ma Di Maio non dice che vuole interamente riscrivere il testo, che va cambiato? E poi Bonafede che invoca la riforma della giustizia, sbaglio o non c’è nemmeno un testo?”.
Insomma, tra Lega e Movimento 5 Stelle non sembrano esserci ricuciture e Salvini si mostra con i suoi sempre più rassegnato. “Io non parlo, lascio parlare gli altri, fanno tutto da soli”, sono le parole del vicepremier leghista che sembrano una frecciata agli alleati. “Stamattina mi hanno girato una decina di dichiarazioni di Di Maio, erano tutti dei no, no all’autonomia, no alla Tav”. Così, sembra voler dire il ministro dalla riviera romagnola, non si va lontano.
L’audio di Di Maio su Salvini: “Lega insopportabile”
L’audio di Di Maio, pubblicato dal sito Lacnews24.it, è stato registrato in un incontro a porte chiuse con i militanti pentastellati. “A volte dobbiamo subire l’atteggiamento della Lega che è insopportabile”, spiegava il capo politico M5S. Che manifestava apertamente la sua insofferenza: “Dopo le elezioni non avevamo alternativa: o andavamo all’opposizione o cercavamo di portare a casa il più possibile nelle peggiori condizioni. Ogni volta che si deve approvare un provvedimento, in Parlamento o in Consiglio dei ministri, ci dobbiamo sedere a un tavolo io, Conte e quell’altro là e dobbiamo fare un accordo”. Un accordo sempre più difficile da raggiungere, come dimostrato anche dall’ultimo botta e risposta sulla Tav.