Giornata contro l’omotransfobia, Salvini: “No a una legge che vuole portare nelle scuole la teoria gender”
“Sì a una legge che introduca subito pene più severe per chi discrimina, insulta o aggredisce in base a sesso, etnia o religione, come quella già presentata da Lega e centrodestra. No a una legge che introduce bavaglio e carcere per le idee (punire chi non condivide le adozioni gay o l’utero in affitto è una follia) e vuole portare nelle scuole di bimbi di 5 o 6 anni la teoria gender. Liberi di amare e di pensare!”.
Lo scrive in un post su Facebook il leader della Lega Matteo Salvini nella Giornata Internazionale contro omofobia, bifobia, transfobia facendo un chiaro riferimento al Ddl Zan. Di tutt’altro avviso è Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che su Twitter afferma: “Oltre a celebrare una giornata, servono gesti concreti. In Parlamento bisogna accelerare con la legge contro l’omotransfobia. Serve uno scatto di civiltà, basta tentennamenti sul ddl Zan”.
In occasione della Giornata Internazionale contro omofobia, bifobia, transfobia è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “È l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.
“Le attitudini personali e l’orientamento sessuale – afferma il presidente della Repubblica – non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica.
La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili”. “La ferita inferta alla singola persona – sostiene Mattarella – offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza”.
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