Salvini e la bufala dell’agente aggredito in carcere da un detenuto africano
Il leader della Lega ha raccontato sui social e in televisione la storia di un agente penitenziario che sarebbe stato morso a un orecchio da un galeotto nordafricano: la notizia, però, si è rivelata falsa. Giulio Cavalli
Salvini e la bufala dell’agente aggredito in carcere da un detenuto africano
Povero Capitano Salvini, finito nel dimenticatoio e tutto concentrato a ripetere gli stessi modi che l’hanno mantenuto per qualche mese sulla cresta dell’onda prima di essere abbattuto da un mojito, sempre concentrato con il suo prode Morisi a trafugare qualche notizia di cronaca nera nella spazzatura pur di non fare seccare la bava dei suoi elettori sempre incazzati.
La chiamano “strategia social” ma è la solita agitazione di bile che punta a rifocillare l’odio. Solo che anche questa volta la notizia, ripetuta tra l’altro anche in una trasmissione televisiva, è completamente falsa: un capo di partito che inventa piccoli guai di cronaca nera perché è incapace perfino di sostenere la propria narrazione è l’immagine perfetta della pochezza in campo.
Due tweet. Nel primo Salvini (o chi per lui) scrive: “Scusate per le immagini forti ma è giusto mostrare la realtà. Ennesima aggressione oggi in un carcere contro un poliziotto, questa volta a San Gimignano. Il responsabile di tanta ferocia è un detenuto nordafricano, purtroppo già noto per la sua violenza”.
E poi, ancora: “Invece di preoccuparsi solo della salute dei detenuti, il ministro Bonafede si occupi anche degli agenti”.
Il solito trucco: creare contrapposizione, un “noi” e un “loro”, per aizzare la guerra. Peccato che il terribile “morso all’orecchio” non ci sia mai stato. E la risposta migliore arriva proprio dalla sorella dell’agente ferito, Francesca Miranda, che scrive sul suo profilo Facebook: “Ancora una volta, questo individuo, si è dimostrato un opportunista di cui l’Italia non ha bisogno”.
La bufala di Salvini sull’agente aggredito da un detenuto africano: “È di mio fratello quell’orecchio”
“È di mio fratello quell’orecchio – scrive Francesca Miranda sui social – Ispettore nel carcere di San Giminiano, è stato colpito da un fornello lanciato attraverso lo spioncino della cella”.
“Non sai neanche di cosa di tratta, ma usi le disgrazie di chi rischia la propria vita, lavorando per lo stato, mentre tu rubi soldi agli italiani. Sparisci, vergogna di chi lavora!”.
Ennesima figura di palta, ennesima bufala data in pasto ai social, ennesima strategia senza remore pur di ottenere qualche like. Il declino di Salvini è tutto qui: usare le stessa tecniche di tutti questi mesi, ripetendo la stessa modalità, occupandosi di tutte quelle notizie che semplicemente possano tornargli utili.
E ogni volta che capita di leggerlo nelle sue bugie viene da chiedersi come sia possibile che il detentore di tale comunicazione abbia potuto occuparsi della sicurezza pubblica. E vuole anche disperatamente tornarci.