Liberazione di Silvia Romano, Salvini contro il governo: “Avrei evitato lo show e preferito un ritorno più sobrio”
Il leader della Lega attacca l'esecutivo per come ha gestito il ritorno della cooperante italiana in Italia
Salvini contro il governo: “Avrei evitato lo show sulla liberazione di Silvia Romano”
“Avrei preferito un ritorno più sobrio, senza dirette tv mondiali e show”: così Matteo Salvini critica il governo, reo, secondo il leader della Lega, di aver organizzato uno show sulla liberazione di Silvia Romano, la cooperante italiana tornata in Italia domenica 10 maggio dopo un anno e mezzo di prigionia in Africa. Intervenuto ad Omnibus, il programma d’approfondimento mattutino in onda su La7, Salvini ha anche affrontato il tema della conversione all’Islam della ragazza. “Non mi interessa se Silvia Romano si è convertita o meno, è una scelta sua. Lasciamola in pace” ha dichiarato il leader del Carroccio. “Festeggiamo il suo ritorno che è la cosa più importante” ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno che sull’eventuale assegnazione della scorta ha affermato “deciderà chi di dovere”. Secondo Salvini ora è importante che si verifichino altri casi simili. “Se vai in un territorio a rischio, come associazione di volontariato o azienda privata, esponi te stesso, l’Italia e i tuoi lavoratori a un rischio. Dovresti anche assumerti le conseguenze, civili, economiche e penali”. Poi l’affondo contro l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte: “Avrei preferito un ritorno più sobrio, senza dirette tv mondiali e show, per far vedere che i sequestratori non solo avevano incassato il riscatto ma avevano vinto”.
Silvia Romano rientrata a casa a Milano: il lungo applauso che ha accolto il suo arrivo
Le dichiarazioni di Salvini, però, hanno suscitato più di una critica sui social. In molti, infatti, hanno ricordato al leader della Lega di aver spesso spettacolarizzato fatti o eventi di cronaca per fini propagandistici. In particolare, diversi utenti hanno ricordato, a proposito della “sobrietà” richiesta da Salvini per questa occasione, quando lo stesso Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, si recò all’aeroporto di Ciampino con tanto di giacca della polizia per “esibire come un trofeo” l’estradizione in Italia del terrorista Cesare Battisti.
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