Salvini sull’arsenale sequestrato dalla Digos di Torino: “Volevano uccidermi”. Ma la Procura smentisce
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta il ritrovamento dell’arsenale del gruppo di estrema destra, ma la procura lo smentisce.
Salvini rilascia le prime dichiarazioni sull’arsenale sequestrato dalla Digos di Torino il 15 luglio: “Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano quotidianamente e di cui non faccio pubblicità – ha detto Salvini nel corso della conferenza stampa – in questo caso era dettagliata. Qui si parlava di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Non penso di aver fatto niente di male agli ucraini, ho inoltrato la segnalazione ed, evidentemente, non era un matto o un mitomane. Sono contento che questa minaccia nei miei confronti sia servita a beccare un arsenale di qualche demente”, ha riferito il vicepremier Matteo Salvini a margine della sua visita alla prefettura di Genova.
Le indagini sarebbero partite da una segnalazione di un ex agente del Kgb che avrebbe annunciato al vicepremier l’imminente pericolo. Lo riferisce la procura di Torino che ha indagato sul caso insieme alla Digos.
La procura riferisce però che non è stato trovato alcun riscontro alle dichiarazioni dell’ex agente, mentre è stato decisivo per le indagini il monitoraggio di cinque italiani ex miliziani vicini al battaglione Azov. L’osservazione dei loro movimenti ha portato alla scoperta della vendita del missile aria-aria Matra.
Il 15 luglio in diverse città del Nord Italia gli uomini della Polizia di Stato hanno sequestrato armi da guerra, tra cui fucili d’assalto automatici di ultima generazione. Il blitz dell’Antiterrorismo è scattato nei confronti di una serie di soggetti orbitanti nei gruppi dell’estrema destra oltranzista e nasce da un’indagine della Digos di Torino relativa ad alcuni combattenti italiani che hanno partecipato alla guerra nel Donbass, in Ucraina. L’operazione è stata coordinata dalla procura di Torino e hanno collaborato anche le Digos di Milano, Varese, Pavia, Novara e Forlì.
Tra le armi sequestrate agli estremisti che in passato avrebbero combattuto nel Donbass è stato ritrovato anche un missile aria-aria in uso alle forze armate del Qatar.
Nell’ambito dell’operazione sono state arrestate tre persone tra cui anche Fabio Del Bergiolo, ex ispettore antifrode delle dogane che nel 2001 si era candidato al Senato, per Forza Nuova a Gallarate in provincia di Varese.