Salario minimo, la battaglia dell’opposizione in commissione. Tajani: “Non siamo in Urss”. Schlein: “Non molliamo”
Salario minimo, la battaglia dell’opposizione in commissione. Tajani: “Non siamo in Urss”. Schlein: “Non molliamo”
“Il governo di Giorgia Meloni non può voltare la faccia dall’altra parte su una misura su cui tra l’altro i sondaggi dicono che c’è un supporto del 75 percento delle italiane e degli italiani”. Lo ha detto oggi Elly Schlein mentre maggioranza e opposizione si scontrano in commissione Lavoro sul salario minimo.
A Montecitorio, l’opposizione ha fatto saltare il voto sull’emendamento presentato dalla maggioranza per sopprimere la proposta che fisserebbe a 9 euro lordi la retribuzione minima oraria. I deputati di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi e sinistra e Azione si sono alternati in una serie di interventi per ritardare la votazione e spingere il centrodestra a ritirare l’emendamento.
Il dibattito dovrebbe riprendere domani, 19 luglio. “Dobbiamo istruire per andare in Aula entro il 28 luglio. Compatibilmente con gli spazi che ognuno vuole prendersi, cercheremo di votare entro la settimana”, ha detto il presidente della commissione, il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto.
Anche nel caso in cui l’emendamento dovesse essere approvato, la proposta di legge potrebbe approdare in Aula tra quelle riservate all’opposizione. Sarebbe però discussa con il parere contrario del relatore del governo e andrebbe quindi incontro a bocciatura certa.
Al tentativo di ostruzionismo non ha preso parte Italia viva. “La linea per Italia Viva mi sembra di avvicinamento all’azione di governo mentre noi restiamo nel mezzo, fedeli alla nostra linea. Matteo Renzi ha scelto legittimamente di fare un percorso diverso”, ha commentato Carlo Calenda, che ha anche stigmatizzato “la grave ignoranza” di Antonio Tajani.
Il ministro degli Esteri, neoeletto segretario di Forza Italia, ha detto che in Italia non serve un salario minimo, “perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio”.
Secondo Calenda, Tajani “ha detto un’imbecillità e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7”. “Gli Usa sarebbero sovietici, la Francia è sovietica, la Germania ha aumentato il salario minimo più volte perché c’è un problema dell’inflazione che colpisce le persone più povere? Tutti i Paesi europei e occidentali hanno il salario minimo”, ha aggiunto il leader di Azione.
Critico anche Stefano Bonaccini. “Non siamo in Urss. Argomentazione che nemmeno al bar…”, ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna.
Da Bruxelles si è fatta sentire anche Elly Schlein. “Di salario minimo è giusto che si parli, perché le opposizioni sono riuscite a unire le proprie forze e proprio tra poco inizia la discussione in commissione dove il Partito democratico continuerà a difendere l’idea che bisogna contrastare il lavoro povero”, ha sottolineato la segretaria del Pd. “Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori secondo l’Istat sono poveri anche se lavorano, il governo di Giorgia Meloni non può voltare la faccia dall’altra parte su una misura su cui tra l’altro i sondaggi dicono che c’è un supporto del 75 percento delle italiane e degli italiani. Quindi noi continueremo a batterci e non molleremo di un centimetro su questa importante proposta”, ha affermato.