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Roma, il vicesindaco Luca Bergamo critica la Raggi: “Sulla ricandidatura sbaglia, così fa un favore alla destra”

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Roma, il vicesindaco Luca Bergamo: “Raggi sbaglia sulla sua ricandidatura”

“La Raggi sbaglia sulla sua ricandidatura”: a dirlo non è una persona qualsiasi, ma bensì il vicesindaco di Roma Luca Bergamo in un’intervista al Corriere della Sera. Nella giorno in cui gli iscritti del M5S hanno votato a favore dello stop dei due mandati, dando dunque il via alla ricandidatura della Raggi, Bergamo afferma che “così si rischia di fare un favore alla destra”. Sulla scelta dell’attuale sindaco di Roma di candidarsi per il bis, infatti, Bergamo dichiara: “È una posizione risoluta, ma così è sbagliata. Provo a dirlo con un’espressione di Papa Francesco, ‘viviamo un cambiamento di epoca, non un’epoca di cambiamento'”.

Il vicesindaco di Roma poi afferma: “Sono preoccupato. Ci aspettano sfide altissime, molto difficili. Servono tante teste e voci per affrontarle. Una scommessa fatta così aumenta le probabilità che il lavoro faticoso di risanamento venga spazzato via”. Secondo Bergamo infatti “Mettendo uno contro l’altro tutti quelli che parlano a un elettorato simile, si rischia di vanificare il lavoro fatto e di fare un favore a una destra inconcludente e strillona, che non ha altro interesse che gestire i fondi del Recovery”. Il numero due del Campidoglio, in passato vicino al Pd, poi fa un bilancio sul lavoro dell’attuale amministrazione comunale: “Dopo Alemanno serviva un governo di transizione che pulisse Roma da tante incrostazioni di interessi e affari. Un notevole lavoro è stato fatto, certo non tutto”.

Alla domanda sul come mai molti romani non abbiano percepiti i cambiamenti in questi anni, Bergamo risponde: “È probabile e non si vedrà senza una discussione onesta sui limiti e i punti di forza di questi anni durissimi, mentre è da lì che bisogna partire. Virginia ha dei numeri, una determinazione non comune. E sono straconvinto che un sindaco debba poter ipotizzare di fare tutti e due i mandati, ma questo non vuol dire che automaticamente debba essere il candidato al secondo. Il caso Pisapia, che è stato un ottimo sindaco, è esemplare”.

Sui rifiuti, i trasporti, le buche ma anche sui problemi avuti dall’amministrazione con una girandola infinita di assessori, invece, Luca Bergamo dichiara che “per risolverli serve parlare della visione di cui un sindaco dovrebbe essere espressione. Dove va Roma, nel mondo? Quali implicazioni il Covid porta con sé? Invece si parla solo di nomi” aggiungendo “La società europea entra in una crisi pazzesca, con difficoltà gigantesche nonostante il Recovery Fund. Pensiamo di poter ridurre le scelte sui prossimi 15 anni allo scontro tizio contro caio? Io sono un po’ vecchio e so che la politica è da sempre sangue e merda, ma lo sguardo puoi e devi tirarlo su”.

Tornado sulla scelta della Raggi, il vicesindaco insiste: “Una candidatura fatta a strappi indebolisce la sua posizione. E separa, invece di unire tutti quelli che credono in valori come dignità e pari diritti, libertà e sviluppo sostenibile, equo profitto ed economia circolare”. Per Bergamo non basta nemmeno l’intenzione della Raggi di guardare a sinistra: “È un messaggio importante. Ma se invece di sfidare la sinistra ad aprire e rinnovarsi, rafforza le posizioni di chi è ostile al confronto col M5S, la campagna diventa un referendum sulle persone”. Il vicesindaco, inoltre, non risparmia critiche nemmeno sulla consultazione pro-Raggi avvenuta su Rousseau: “La rimozione del vincolo è giusta ma andava fatta prima, non di corsa e col sospetto che sia strumentale. Spero che dopo si prenda alla lettera quel che Virginia ha detto. Una cosa è dare la disponibilità a ricandidarsi, un’altra è essere il candidato. Si apra una discussione nella città, lei ne sia una protagonista”.

Secondo Bergamo “La destra gongola, perché il Pd dice mai con Virginia e il M5S solo con Virginia. Vogliamo uscire da questo schema? La candidatura deve essere il frutto di un confronto aperto su una visione del futuro”. Il vicesindaco si dice anche convinto che “In uno scenario così difficile non serve un capo solo al comando, ma un regista che sappia far giocare in squadra tante persone di qualità” e non lesina critiche al Pd perché “È un errore dare per scontato che i sovranisti debbano conquistare Roma. La destra si può battere. Mettiamo attorno a un tavolo il M5S, il Pd e quello che c’è a sinistra e, con tutte le forze politiche e le persone contrarie alla teoria darwinista del più forte, costruiamo un percorso, un confronto”. Anche perché secondo il numero due del Campidoglio è “Impossibile dire chi va bene (inclusa la Raggi), finché non si avvia un confronto per cercare i punti di convergenza”.

Leggi anche: 1. Roma, l’endorsement di Beppe Grillo alla ricandidatura di Raggi / 2. Crisi d’agosto in casa Cinque Stelle: in gioco c’è l’identità del Movimento / 3. Tutti a litigare su Virginia Raggi, ma nessun partito ha delle proposte serie per risollevare Roma (di G. Cavalli)

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