Roma, Calenda la mina vagante
Chi fa il tifo per Calenda? In questi ultimi giorni d’estate, c’è un desiderio che cresce tra le fila del centrosinistra e quelle del centrodestra, esclusa l’area di Giorgia Meloni. Il desiderio riguarda le percentuali elettorali di Calenda nella corsa al Campidoglio, date costantemente in crescita.
La tendenza fotografata dai sondaggisti disegna un crescente versamento di sangue dalla candidatura debole di Enrico Michetti verso quella del leader di Azione. “È impressionante il confronto tra i candidati”, dice un senatore del Pd. “Carlo è di gran lunga il più preparato di tutti e quello che comunica meglio”. Il desiderio alligna nel centrodestra, fosse solo per dare una lezione a Meloni, che volle imporre a tutti il candidato romano.
Le aree di disagio si trovano soprattutto dentro la Lega e Forza Italia: “Di fronte al disastro della Raggi e alle incertezze di Gualtieri, non abbiamo saputo meglio che mettere in campo uno storico di Roma antica”, sussurrano da quelle parti. Un desiderio così dichiaratamente bipartisan sfocia in un vero e proprio sogno: Calenda al ballottaggio contro lo stesso Michetti o contro l’anemico Gualtieri.
“È l’unico vero jolly di questo autunno”, spiega un esponente di primo piano dell’opposizione dem. “Calenda può scombussolare tutti i piani, e mettere nell’angolo contemporaneamente Letta e Meloni. È molto difficile che riesca questa operazione, ma i sondaggi ci dicono che c’è margine per sperare”.
Insomma, la speranza è l’ultima a morire e in cuor suo Calenda, di attivare al ballottaggio, ancora ci spera. Per ora l’unico che spinge dichiaratamente a favore dell’ex ministro, nonostante i suoi rapporti personali altalenanti, è Matteo Renzi, ma tanti in silenzio nella Lega, in Forza Italia e anche nel Pd, fanno il tifo per l’exploit del leader di Azione.