Roccella e la contestazione al Salone del Libro: “Anche io femminista, avrei voluto parlare con quelle donne”
“Quello che più mi ha colpito, e sinceramente mi addolora, è che delle donne abbiano impedito ad altre donne di parlare”: Eugenia Roccella affida ai suoi canali social ufficiali la riflessione su quanto accaduto ieri al Salone del Libro di Torino, dove diverse attiviste del collettivo “Non una di meno” l’hanno contestata impedendole di presentare il suo libro autobiografico. Con la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità avrebbe dovuto intervenire anche l’assessore regionale Maurizio Marrone, noto per aver stanziato 400mila euro alle associazioni anti-abortiste.
Dopo un primo momento di confusione, il direttore del Salone Nicola Lagioia ha provato a mediare: “Il Salone è un luogo democratico e della democrazia fa parte anche della contestazione”, ha detto, “però secondo me avete l’opportunità di dialogare con la ministra dopo averla contestata perché non qualcuno di voi, un delegato, non sale sul palco e si confronta? Perché non trasformare questa occasione in un dialogo anche acceso? La vostra è una contestazione legittima, pacifica però a un certo punto ci deve stare il dialogo”. Un invito rimasto inascoltato. La ministra Roccella si è allontanata, la Digos ha identificato 15 persone e sono scattate 29 denunce per violenza privata.
“Voglio parlare con le persone che manifestano, non voglio che nessuna sia portata via, non lo posso accettare visto che la mia esperienza è stata quella di fare sit in cui venivo portata via”, aggiunge su Facebook Roccella, che ha ribadito di sentirsi anche lei femminista: “Quando ho invitato quelle ragazze a battersi con noi, per la libertà del corpo delle donne, contro l’utero in affitto, mi è stato risposto un no aggressivo e perentorio. Evidentemente per loro non è un problema comprare ovociti da un catalogo e affittare uteri di donne povere”. Dopo le tre ore di contestazione la seconda presentazione del suo libro autobiografico è stata spostata in una saletta di un hotel in centro, dal quale la ministra è intervenuta via streaming: “Io sono una femminista, sono contro le bio banche, la compravendita dei gameti, l’organizzazione del mercato che c’è intorno”.