Roberto Fico: chi è il possibile premier del governo M5S-Pd
Ma il diretto interessato si sfila dalla corsa: "Resto a Montecitorio"
Roberto Fico: chi è il possibile premier del governo M5S-Pd
Quello di Roberto Fico è l’ultimo nome fatto come possibile premier di un governo sostenuto da M5S e Pd. Il Partito democratico ha fatto sapere di vedere di buon occhio la figura dell’attuale presidente della Camera: sarebbe “un ottimo punto di partenza”, hanno sottolineato fonti del Nazareno nella tarda serata di ieri, sabato 24 agosto. Il diretto interessato, però, sembra essersi sfilato dalla corsa: “Resto a Montecitorio”, ha detto.
La trattativa tra M5S e Pd sulla formazione di un governo giallorosso si sono incagliate sul nome del premier. L’ipotesi Fico è emersa dopo che il Pd aveva bocciato la proposta M5S di confermare a Palazzo Chigi Giuseppe Conte. Sull’attuale presidente della Camera ci sarebbe il via libera sia del segretario Nicola Zingaretti sia dell’ala vicina all’ex segretario Matteo Renzi.
Dal Nazareno si precisa che l’ipotesi sarebbe uscita “da ambienti M5S”, ma tra i Cinque Stelle nessuno ne ha ancora parlato espressamente. Circostanza che da alcuni viene interpretata come freddezza da parte del capo politico Luigi Di Maio. Sono noti, infatti, i contrasti tra Fico e Di Maio sulle politiche del governo con la Lega e sulla gestione del Movimento nell’ultimo anno.
Ma chi è Roberto Fico?
Roberto Fico: biografia
Roberto Fico è nato a Napoli il 10 ottobre 1974. Dopo la maturità classica, conseguita al liceo Umberto I, si è trasferito a Trieste per studiare Scienze della comunicazione. Si è laureato nel 2001 (voto: 110 cum laude) con una tesi sull’identità sociale e linguistica della musica neomelodica napoletana. Durante l’università ha trascorso un anno in Finlandia, a Helsinki, nell’ambito del programma Erasmus.
Prima di entrare in parlamento, Fico ha svolto diversi lavori, tra cui addetto stampa, impiegato in un call center, manager in un hotel e dirigente per un tour operator internazionale.
Roberto Fico si è avvicinato alla politica nel 2005, quando ha partecipato alla fondazione di uno dei primi “Meetup-Amici di Beppe Grillo” di Napoli. Cinque anni dopo si è candidato alla presidenza della Regione Campania con il Movimento Cinque Stelle, raccogliendo l’1,35 per cento dei voti. Nel 2012 ha corso alla carica di sindaco alle elezioni comunali di Napoli, ottenendo l’1,38 per ceto dei consensi.
Nel dicembre dello stesso anno Fico ha partecipato alle parlamentarie del M5S risultando primo nella circoscrizione Campania 1 con 228 preferenze raccolte online. Alle elezioni politiche del febbraio 2013 è stato eletto deputato.
Nella 17esima legislatura è stato presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, ma ha rinunciato all’indennità di funzione a cui avrebbe avuto diritto.
Fico è stato confermato parlamentare alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, ottenendo 61.819 preferenze nel collegio di Napoli-Fuorigrotta. Il 24 marzo l’esponente del M5S è stato eletto alla quarta votazione presidente della Camera.
Un mese dopo, alla luce delle difficoltà registrate nella formazione di una maggioranza di governo, il presidente della Repubblica Mattarella gli ha conferito un mandato esplorativo per verificare se ci fossero le condizioni per un esecutivo sostenuto da M5S e Pd. Tale ipotesi si è poi rilevata non percorribile anche a causa della bocciatura da parte dell’ex segretario dem Matteo Renzi.
Roberto Fico e il Governo Conte
Durante i mesi del Governo Conte, sostenuto da M5S e Lega, Fico si è in più occasioni espresso con toni critici nei confronti dell’esecutivo, in particolare sulle politiche dell’immigrazione. Più volte Fico è stato protagonista di duri botta e risposta con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla linea dei “porti chiusi” ma anche sui decreti sicurezza voluti dal leader della Lega.
Ma anche con il capo politico M5S, Luigi Di Maio, i rapporti non sono facilissimi. Fico è considerato il leader dell’ala sinistra del Movimento, quella a cui fanno capo anche Roberta Lombardi, consigliera regionale del Lazio, e Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.
All’indomani delle elezioni europee, Fico ha fatto sapere di essere contrario alla votazione su Rousseau sulla leadership di Di Maio e di non avervi voluto prendere parte. Nei giorni scorsi era anche emersa l’indiscrezione secondo cui Di Maio avrebbe posto il veto sulla nomina di Fico alla presidenza del Consiglio.