Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Democrazia sovrana e popolare, respinta la richiesta sulla raccolta delle firme. Rizzo: “Democrazia non rispettata”

Toscano a TPI: "Quest'ennesimo sopruso farà capire che siamo una forza che non si piega e non si fa intimidire"

La richiesta di Marco Rizzo, coordinatore di Democrazia sovrana e popolare, di ridurre il numero di firme per presentare le liste elettorali per le Europee è stata respinta dalla Presidenza del Consiglio. “Nei confronti della richiesta – fanno sapere fonti di Palazzo Chigi – c’è stata la ferma contrarietà di altre formazioni politiche minori e per di più con accuse da più parti al governo di voler varare un provvedimento per qualche astruso secondo fine. Pertanto, l’esecutivo ha valutato opportuno non accogliere la richiesta”.

“Evidentemente Democrazia sovrana e popolare dà noia. Altrimenti non si capirebbe come partiti molto più piccoli siano presenti. La par condicio non è rispettata, e neppure la democrazia. Noi comunque presenteremo le nostre firme. Abbiamo superato il limite nella circoscrizione Centro e Sud, e nelle altre tre circoscrizioni faremo ricorso per questo mancato diritto ad essere presenti alle elezioni”, afferma Rizzo in conferenza stampa.

“Il Parlamento europeo ha individuato alcune forze politiche contrarie alla guerra bollandole come filo-putiniane. Evidentemente questo dettame è arrivato fino in Italia, perché il cosiddetto esonero internazionale è stato levato. Avevamo chiesto alla presidenza del Consiglio una riduzione a un quarto, cioè 37.500 firme. Bisogna considerare che questo Parlamento è stato eletto con 36mila firme. Abbiamo ampiamente superato questa soglia e ci stavamo avvicinando alle 75mila necessarie”, aggiunge Rizzo.

“Santoro è tutte le sere in televisione. Siamo un po’ seccati perché non viene rispettata la par condicio”, aggiunge il coordinatore di Democrazia sovrana e popolare. “Bandecchi ci ha dato una mano nella raccolta firme”, spiega ancora Rizzo. “L’Ue ha stabilito il non cambio della legge elettorale durante l’anno delle elezioni. Invece a marzo è stata cambiata due volte. Noi avevamo l’esonero internazionale, ed è stato levato, per cui ci siamo trovati nella condizione di dover raccogliere le firme”, conclude.

Francesco Toscano, presidente di Democrazia sovrana e popolare, commenta: “Un’arroganza che non farà bene al Paese. Noi veniamo costantemente demonizzati, nessuno vuole ascoltare le nostre proposte. Vorremmo essere messi nelle condizioni di spiegare le nostre teorie agli italiani. Non potranno impedire a una parte di Italia che rappresentiamo di potersi prima o poi esprimere”. E, rispondendo a una domanda di TPI sul rischio che un cambio di regole alla fine della corsa sulla raccolta firme sarebbe stato iniquo verso chi aveva deciso già in partenza di non provarci nemmeno proprio per la richiesta particolarmente ampia e difficile da ottemperare per una forza politica di piccole dimensioni, Toscano afferma che alla fine solamente Democrazia sovrana e popolare è risultata penalizzata dalle regole. Lo stesso Toscano ha aggiunto: “Non siamo venuti qui per piangere miseria, presenteremo le firme che abbiamo e siamo certi che quest’ennesimo sopruso farà capire che siamo una forza che non si piega e non si fa intimidire”.

Rizzo ha inoltre aggiunto che la sua forza politica aveva in tasca accordi con alcune forze politiche di altri Paesi rappresentate al parlamento europeo che, qualora non fosse cambiata la legge elettorale avrebbero permesso a Democrazia sovrana e popolare di correre alla elezioni senza dover raccogliere le firme. Le forze in questione sarebbero state lo SMER, partito slovacco del Primo ministro Robert Fico, e il nuovo partito politico tedesco Alleanza Sahra Wagegnecht, che prende il nome dalla sua fondatrice da poco fuoriuscita dal partito Die Linke.

Nel 2019, proprio grazie a questa esenzione fornita dai comunisti del KKE, il Partito Comunista di Marco Rizzo riuscì a correre alle elezioni, ottenendo lo 0,88 per cento dei consensi. Per le elezioni del 2022 il Partito Comunista di Rizzo, insieme ad Ancora Italia di Francesco Toscano e altre forze politiche hanno costituito la lista Italia sovrana e popolare, che ha ottenuto l’1,24 per cento dei voti. Democrazia sovrana e popolare, con cui Rizzo e Toscano correranno alle prossime elezioni, rappresenta il seguito di tale esperienza.

Ti potrebbe interessare
Politica / Salvini e Meloni vogliono candidare Sallusti a sindaco di Milano, ma i Berlusconi sono contrari: l’indiscrezione
Politica / Il ministro Valditara ritira la querela allo scrittore Lagioia: “C’è una linea che non va mai superata”
Politica / Gli auguri di Natale di Giorgia Meloni: "Ci aspetta un 2025 impegnativo"
Ti potrebbe interessare
Politica / Salvini e Meloni vogliono candidare Sallusti a sindaco di Milano, ma i Berlusconi sono contrari: l’indiscrezione
Politica / Il ministro Valditara ritira la querela allo scrittore Lagioia: “C’è una linea che non va mai superata”
Politica / Gli auguri di Natale di Giorgia Meloni: "Ci aspetta un 2025 impegnativo"
Costume / Riccardo Muti rimprovera i parlamentari durante il concerto di Natale
Politica / Fornaro (Pd) contro il Governo: "Assegnati 130mila euro a un comune che non esiste, studiate la geografia"
Politica / Laura Boldrini a TPI: “La Cpi è sotto assedio da Usa e Israele. Ma nessuno ne parla. E il Governo Meloni copre l’alleato Netanyahu”
Politica / Sentenza Open Arms, Salvini torna al Viminale? Lui apre, ma Meloni frena
Politica / Imane Khelif: "Meloni, Trump e Musk hanno sfregiato la mia immagine"
Musica / Gualtieri: "Invitare Tony Effe è stato un errore"
Politica / Campagna vaccinale anti-Covid, De Luca condannato a risarcire con 609mila euro la Regione Campania