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Risultati elezioni, quanti seggi mancano al centrodestra o al M5S per formare un governo

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Il voto degli italiani del 4 marzo per le elezioni politiche 2018 hanno portato a un parlamento frammentario in cui nessuna forza politica è in grado di formare un governo, e perciò è matematicamente necessario che si crei una qualche forma di alleanza o larga intesa. Anche questo, però, non è scontato così come non è scontato chi possa sostenere chi in un futuro governo.

Nel voto di domenica 4 marzo, il centrodestra è stata la coalizione più votata e che ha ottenuto più seggi, mentre il Movimento Cinque Stelle è risultato la lista più votata e con più seggi. Sono loro le due forze più indicate per andare a formare un nuovo governo, mentre il Partito Democratico, reduce da un crollo elettorale, può comunque avere un ruolo determinante negli equilibri parlamentari.

Risultati elezioni 2018: quali sono tutti i governi possibili ora

Il centrodestra ha ottenuto in tutto 267 seggi alla Camera dei deputati, che significa che ne mancano 49 per ottenere la maggioranza di 316 deputati. Al Senato, invece, i seggi sono attualmente 135, e ne mancano 22.

Il Movimento Cinque Stelle ha invece 228 deputati, 88 in meno di quelli necessari per avere la maggioranza. I senatori pentastellati sono invece 112, e ne mancano 55 per poter determinare un proprio governo.

Fuori dalle possibili leadership di governo, ma determinante qualora decidesse di sostenere uno dei due schieramenti, c’è il Partito Democratico con i suoi alleati, che controlla 121 deputati e 57 senatori, in grado di determinare così una possibile maggioranza. Più marginale, ma in grado comunque di far comodo in un simile contesto, anche la formazione di sinistra Liberi e Uguali, con i suoi 14 deputati e 4 senatori.

In ogni caso, la Lega, con i suoi 124 deputati, è vista come un possibile partner di governo del Movimento Cinque Stelle per via dei diversi punti programmatici comuni tra le due formazioni politiche. In questo caso potrebbe trovarsi una maggioranza di governo. D’altro canto, c’è chi vede il Partito Democratico come una possibile stampella del Movimento Cinque Stelle, anche se il dimissionario Renzi ha posticipato il suo addio alla segreteria del PD proprio per “evitare inciuci”.

Al di là delle speculazioni di questi giorni, in ogni caso saranno le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, previste per l’inizio di aprile, a determinare se esistono possibili maggioranze e la loro eventuale composizione. A fine marzo ci sarà un primo importante passaggio che potrà dare segnali in questa direzione: l’elezione dei presidenti delle camere. Dal momento che ne alla Camera dei Deputati né al Senato c’è una forza politica in grado di avere una maggioranza, per eleggere i presidenti sarà necessario un accordo più largo. L’accordo potrà essere dunque il precursore di una possibile maggioranza governativa che si concretizzerebbe durante le consultazioni.

Risultati elezioni 2018: quali sono tutti i governi possibili ora 

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