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Riforma della Giustizia, Consiglio dei ministri sospeso e poi ripreso. Ancora troppi i nodi da sciogliere

Immagine di copertina
Salvini, Bonafede, Di Maio

Riunione interrotta e poi ripresa per le divergenze tra M5S e Lega sul provvedimento sostenuto dal ministro Bonafede

La riforma giustizia in Cdm: la resa dei conti

Il Consiglio dei Ministri sulla riforma della Giustizia è stato sospeso pochi minuti dopo l’inizio a causa dei troppi nodi da scogliere che ancora dividono M5S e Lega. Circa due ore dopo, il Cdm, che si era riunito, come previsto, alle 15 di mercoledì 31 luglio, è ripreso.

A quanto si apprende, il Consiglio si è limitato a esaminare l’impugnazione di alcune leggi regionali con urgenza (ed è dunque stata deliberata l’impugnativa per dare mandato all’avvocatura dello Stato), ma a causa delle divergenze sulla riforma della Giustizia la riunione non è proseguita. Durante le ore di sospensione si è lavorato a un’intesa politica per avvicinare le posizioni dei due partiti di maggioranza.

> Bonafede: “Ecco la mia riforma della Giustizia, la Lega non la blocchi”

Riforma giustizia Cdm, cosa cambia

Il disegno di legge contiene interventi sul processo civile e penale, sull’ordinamento giudiziario, su eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.

L’ufficialità dell’approdo in Cdm è arrivata dopo il via libera del pre-consiglio dei ministri. Il testo è già stato in parte modificato rispetto alla versione originale inviata dall’Ufficio legislativo di via Arenula a Palazzo Chigi, il 12 luglio scorso.

Tra le modifiche introdotte, i nove anni di durata massima dei processi, ritenuti dalla Lega un tempo troppo lungo, sono stati ridotti a 6 e per quanto riguarda l’introduzione del sorteggio per la scelta dei togati del Csm è stato spostato nella fase preliminare, seguita poi dall’elezione dei candidati sorteggiati, per evitare che la norma incorra in rilievi di incostituzionalità.

Riforma giustizia Cdm, la posizione della Lega

Alla Lega il testo non piace, nonostante alcune correzioni. Matteo Salvini, viene spiegato, deciderà solo all’ultimo, dopo aver visto i suoi, se andare allo scontro in Cdm o denunciare le criticità del provvedimento e rinviare la trincea al Parlamento.

Matteo Salvini farà un punto con i suoi e deciderà la linea da tenere in una riunione che terrà prima del Cdm: nessuna anticipazione sulla posizione che verrà tenuta dalla Lega in Consiglio dei ministri.

Il testo scritto dal Movimento 5 Stelle ha già attirato le critiche del leader del Carroccio, convinto che la riforma in questione allungherà i tempi dei processi.

Riforma giustizia Cdm, la risposta di Bonafede

“Ci vediamo in Cdm, non su Facebook e, forse, potrò finalmente sentire le argomentazioni, visto che in preconsiglio nessuno ha detto nulla”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede risponde al vicepremier Matteo Salvini che ha definito la riforma della giustizia “acqua”. “So però con certezza – aggiunge – che la riforma dimezza i tempi dei processi, favorisce l’economia e gli investimenti, dà tempi certi a chi è coinvolto in un processo e rompe finalmente i rapporti torbidi tra magistratura e politica”.

Bonafede ha smentito seccamente l’ipotesi di Salvini: “Non è vero, non so quale versione della riforma abbia letto il ministro dell’Interno – ha detto ieri ai microfoni di Radio 1 – Non voglio creare nessuna polemica di nessun tipo, sono disponibile al confronto con gli altri ministri per chiarire le loro perplessità, ma deve esser chiaro a tutti che la riforma della giustizia deve andare avanti”.

E ancora: “Non so a quale testo si riferisse il vicepremier, ma quello che abbiamo presentato è il frutto di costanti incontri avuti con la ministra della Lega Giulia Bongiorno, oltre che del confronti con magistrati e avvocati. Io  resto aperto al dialogo con tutti, ma al punto in cui siamo arrivati mi aspetto un atteggiamento costruttivo e favorevole per ridurre i tempi dei processi”, ha spiegato Bonafede. Il motivo? A sentire il Guardasigilli “bloccare la riforma della riduzione dei tempi della giustizia vuol dire bloccare l’economia del Paese”.

La polemica di Di Maio

Intanto, il vice premier Luigi Di Maio scrive su Facebook: “Oggi il nostro Alfonso Bonafede porta in Consiglio dei ministri una riforma epocale sulla giustizia. Una riforma che sanziona i magistrati che perdono tempo e che riduce drasticamente i tempi dei processi civili e penali rilanciando investimenti e crescita. Basta indagati a vita, chi sbaglia paga e subito. Basta aspettare anni prima di essere risarciti. Basta con le spartizioni di potere al Csm. Mi auguro nessuno pensi di bloccarla, sarebbe un grave danno al Paese”.

Le prossime date chiave

Giornata chiave per gli equilibri del governo, quindi, al pari di quanto accadrà martedì 6 agosto, quando al Senato arriverà il Decreto Sicurezza bis, provvedimento fortemente voluto da Matteo Salvini. Che, però, proprio il 6 agosto ha fissato un nuovo tavolo con le parti sociali al Viminale.

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