Cosa prevede la riforma costituzionale del Pd
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Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, presenta la proposta di riforma costituzionale avanzata dal suo partito, che si basa su due principi cardine: il superamento del bicameralismo perfetto e l’introduzione del meccanismo della sfiducia costruttiva. Gli ispiratori della riforma sono Luciano Violante ed Enzo Cheli, mentre il testo è stato definito da Stefano Ceccanti, Dario Parrini e Roberta Pinotti. (Qui il testo di riforma costituzionale presentato oggi dal PD).
Le priorità dopo il referendum
La riforma costituzionale segue al referendum sul taglio dei parlamentari. E Zingaretti spiega perché: “Il successo del Sì è stato il primo passo per una nuova stagione di riforme, la legge elettorale, i nuovi regolamenti delle Camere, le circoscrizioni del Senato. Il bicameralismo paritario serve per rendere più efficiente la macchina dello Stato”. Zingaretti delinea un percorso che cammina tra la gente, con i professori, e nei palazzi della politica. “Partirà il confronto in Parlamento, con i costituzionalisti e con il mondo della cultura, anche con chi ha fatto scelte diverse dal Sì, proprio per la preoccupazione che il taglio influisse sulla Costituzione”.
Cosa prevede la riforma
Un progetto che punta a modificare la Costituzione attraverso due novità: il superamento del bicameralismo perfetto e il rafforzamento del governo con la sfiducia costruttiva. Zingaretti ritiene la proposta del Pd come una “offerta agli altri partiti della maggioranza”, ma anche alle opposizioni, visto che “Fi e il presidente Berlusconi hanno dato la disponibilità” a dialogare e considerando che da parte di Matteo Salvini e Giorgia Meloni “non ci sono pregiudiziali”.
Una riforma “popolare”
Zingaretti annuncia così una “battaglia popolare”, con una petizione su Change.org attraverso cui il Pd raccoglierà le firme sulla riforma. Descrive uno scenario che segue “alla larga partecipazione al voto e all’ampio risultato del Sì che non ha il sapore dell’antipolitica, ma della voglia di cambiare e di riappropriarsi della politica”. Passi per “aprire una fase nuova nel Paese” su cui il segretario Dem appare ottimista perché – dice – “non ho visto muri, contrapposizioni, dinieghi, limiti a fare passi in avanti”. Poi, certo, “tutto dipende da come si sviluppa il dibattito politico in cui ognuno si assume le sue responsabilità”. Ma, chiude Zingaretti, “io vedo maggiore consapevolezza e maggiore forza, anche se non sta a me dire cosa pensano gli altri delle nostre proposte”.
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