Matteo Renzi torna da bin Salman in Arabia Saudita nel giorno del voto sul Ddl Zan al Senato
Matteo Renzi, uno dei protagonisti del dibattito sul ddl Zan oggi potrebbe non essere in aula. Il leader di Rignano infatti a quanto apprende TPI ieri si trovava in Germania mentre oggi dovrebbe tornare in Italia. Ma è quel “dovrebbe” che non dà certezza della presenza di Matteo Renzi oggi in aula. Perché il viaggio potrebbe proseguire.
Renzi è atteso infatti nel pomeriggio di oggi a Riyadh in Arabia Saudita per intervenire ad un evento del FII Institute (Future Investment Initiative Institute), la fondazione controllata dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita, dal titolo “La cultura salva il mondo”. Gli eventi del fondo rientrano nel tentativo del principe ereditario, Mohammed bin Salman di accreditarsi a livello nazionale.
Di questa strategia fa parte anche l’acquisto della squadra di calcio del Newcastle in Inghilterra così come le voci che vorrebbero il regime arabo interessato all’acquisto dell’Inter in Italia. Pesano però, nei confronti del regime Saudita, le gravi accuse di violazione ai diritti umani sia in patria che all’estero.
Intanto, il risveglio di molti parlamentari dem ieri è stato più travagliato del solito, la presa d’atto della realtà parlamentare ha interrotto bruscamente il sogno durato per tutta l’estate. Enrico Letta ha già assegnato le parti in commedia e la responsabilità sul ddl Zan sarà equamente divisa con Zan medesimo: sia nel caso di un accordo poi contestato dalla comunità Lgbt, sia nel caso di un affondamento del provvedimento.
Non per niente la comunità Lgbt è già entrata in allarme e sta cominciando a pensare “di essere stata sfruttata dal Pd, che ha sempre saputo che il disegno di legge non avrebbe mai avuto la possibilità di passare in Senato”.
Così Letta fa i conti per la prima volta con una strategia parlamentare fallimentare: se il ddl Zan passa, viene stravolto il suo assunto ideologico, se non passa, rischia di finire con tutto il partito sulla graticola. Il voto di oggi è nelle mani di una manciata di senatori dubbiosi; se nel segreto dell’urna il loro voto si sommerà a quello del centrodestra, il ddl Zan tornerà in commissione, con poche possibilità di essere ripreso in Aula.