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La dura replica di Renzi a Conte sui soldi dai Benetton: “Illazioni squallide, è un uomo dominato dal rancore”

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Renzi replica a Conte sui soldi dai Benetton: “Illazioni squallide”

“Illazioni squallide da parte di un uomo dominato dal rancore”: è la dura replica di Matteo Renzi a Giuseppe Conte che, nel corso della puntata di Otto e Mezzo, aveva accusato il leader di Italia Viva di conflitto di interessi nella questione della revoca di Autostrade dopo la pubblicazione dei compensi ricevuti dal senatore in cui emergeva anche un finanziamento da parte dei Benetton.

“Mi ha colpito dei pagamenti diffusi uno, di 19mila euro, da parte di uno dei Benetton che siede nel cda di Edizione holding – aveva affermato Conte – Noi ci battevamo per onorare le 43 vittime del Ponte Morandi, per tutelare la sicurezza dei cittadini. Ci siamo battuti per revocare la concessione di Autostrade, mentre un senatore, leader di una delle forze di maggioranza che hanno dichiarato che stavamo calpestando lo stato di diritto perché tutelavamo gli interessi dello Stato, prendeva contemporaneamente nel 2019 quando poi si sarebbe dovuto pronunciare in Consiglio dei ministri con i suoi ministri sull’annullamento di quella concessione. Ditemi voi in che stato d’animo Italia Viva avrebbe approcciato questa valutazione in Consiglio dei ministri”.

La replica di Renzi non si è fatta attendere. Nella mattinata di martedì 9 novembre, infatti, il leader di Italia Viva ha scritto sui social: “L’ex premier Giuseppe Conte attacca con violenza me e Italia Viva sulla revoca delle Autostrade. Egli sostiene che per la mia attività di speaker con alcuni fondi di investimento – tra cui 21 Invest – non avrei giudicato in serenità l’operato del Governo. L’illazione è squallida e dimostra come ormai Conte sia un uomo dominato dal rancore”.

“Le sue frasi sono false come sarebbe facile dimostrare se solo accettasse un confronto TV cosa che ha paura di fare – scrive ancora Renzi – Dice che non si confronta con me perché io non ho consenso e poi mi attacca senza contraddittorio: se solo non fosse ridicolo, farebbe tenerezza”.

“Voglio che resti agli atti la verità. La revoca delle concessioni autostradali è figlia di una cultura populista e demagogica che ha portato il contribuente italiano a regalare circa 8 miliardi alla società dei Benetton. I Benetton NON hanno pagato: hanno incassato, grazie a Conte e al suo populismo. Italia Viva si è schierata contro – praticamente da sola – e sono grato a Teresa Bellanova e Elena Bonetti per aver avuto il coraggio di smarcarsi dal voto in Consiglio dei Ministri”.

“Ci siamo schierati contro perché Conte stava facendo un regalo al concessionario mascherato con il populismo di chi non pensa alla realtà ma solo ai like sui social – continua l’ex premier – Questa è la verità. E sono pronto a dimostrarla, numeri alla mano, in qualsiasi dibattito pubblico Conte accetti di fare da qui alle elezioni”

“Su di me e sull’indagine Open, l’avvocato grillino ha detto falsità. Non so se per ignoranza giuridica o per malafede politica. O per entrambe. Quando ho visto il video di Conte, nervoso, agitato, visibilmente provato dalla rabbia per aver dovuto lasciare palazzo Chigi ho ripensato a un anno fa”.

“Un anno fa quello stesso uomo che ieri rosicava in diretta TV su La7, era sorridente a Palazzo Chigi a ordinare banchi a rotelle, tra mascherine al 5% e ventilatori cinesi mal funzionanti. Entrava nelle case la sera per parlarci dei nostri affetti stabili e di cosa avevano deciso con Arcuri”.

“Potremo dire ai nostri nipoti – si legge ancora nel posto – che in uno dei momenti più difficili della storia repubblicana un gruppo di parlamentari ha avuto il coraggio di sfidare l’opinione comune, mandando a casa un premier non all’altezza come Conte e creando le condizioni per l’arrivo di Draghi. Da allora non ci sono più le Azzolina, i Bonafede, i Casalino, l’ABC del populismo. Ma c’è il Governo Draghi e l’Italia ha recuperato prestigio”.

“Conte può insultarmi, può mentire, può fare illazioni. Ma non può cambiare la storia: noi lo abbiamo mandato a casa perché non era capace. E di questa scelta sono e sarò sempre orgoglioso” conclude Renzi.

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