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Caso Renzi-autogrill, la Procura chiede l’archiviazione per la prof. L’avvocato della donna: “Dimostrato che l’unico 007 sul posto era Mancini”

Immagine di copertina

La Procura di Roma chiederà l’archiviazione per la professoressa indagata per aver immortalato il famoso incontro in autogrill tra il senatore Matteo Renzi e l’agente dei servizi segreti Marco Mancini, il 23 dicembre 2020.

L’ipotesi di reato formulata per la docente era diffusione di riprese e registrazioni fraudolente, ma la Procura – stando a quanto riporta il Fatto Quotidiano – non ha ravvisato elementi tali da chiedere il rinvio a giudizio della donna. Ora toccherà al giudice per le indagini preliminare accogliere o meno la richiesta di archiviazione, che porrebbe la parola fine sulla vicenda, almeno dal punto di vista della professoressa.

Esclusivo TPI – Le immagini inedite (e originali) scattate a Renzi e lo 007 in autogrill

“All’esito di un’indagine estremamente rigorosa, la Procura di Roma ha confermato che non vi è davvero nulla di illecito nella condotta di una cittadina che, nella nostra democrazia, ha documentato e segnalato alla stampa un fatto riguardante una personalità politica di primissimo piano, a cui ha avuto modo di assistere del tutto casualmente”, commenta l’avvocato dell’insegnante, Giulio Vasaturo.

“In un tempo in cui in molti vorrebbero mettere il bavaglio ai giornalisti ed alle loro fonti, credo che questo provvedimento sia destinato a ribadire, anzitutto, un illuminante principio di diritto”, osserva l’avvocato.

L’indagine a carico della professoressa era partita nel novembre 2022 in seguito a un esposto presentato dal senatore Renzi, che aveva chiesto alla Procura di indagare per intercettazione abusiva. I magistrati, invece, avevano optato per una diversa ipotesi reato: ossia, come detto, diffusione di riprese e registrazioni fraudolente.

Renzi ha sempre affermato di non credere alla ricostruzione fornita dalla donna, definita una “sedicente professoressa”: quest’ultima aveva riferito di essersi trovata davanti a Renzi e Mancini per caso, durante una sosta all’autogrill di Fiano Romano per consentire al padre, malato, di andare al bagno.

Secondo il leader di Italia Viva, dietro le immagini dell’incontro – poi arrivate al programma tv Report – c’era lo zampino dei servizi segreti.

Quanto all’incontro con Mancini, Renzi ha spiegato che a chiederlo era stato l’allora dirigente del Dipartimento Informazioni per la Sicurezza e che serviva a scambiarsi alcuni regali di Natale, tra cui dei dolci.

LEGGI ANCHE Caso Renzi-autogrill, parla il giurista: “Quel video non è un reato”

“Va senz’altro apprezzato il lavoro degli inquirenti e degli stessi consulenti tecnici del senatore Renzi a cui abbiamo prestato la massima collaborazione”, prosegue l’avvocato Vasaturo. “Ancor oggi, da parte della mia assistita, non c’è alcuna personale ostilità nei riguardi del senatore Renzi, anche se forse rimane un po’ di amarezza per il discutibile umorismo con cui l’ex premier ha spesso ironizzato sulle gravi problematiche di salute che affliggono l’anziano padre della prof”.

“Ad ogni modo – conclude il legale – ci piace pensare che se ha accettato i dolci di Marco Mancini, l’unico agente dei servizi segreti realmente presente all’autogrill di Fiano Romano, magari oggi il senatore Renzi saprà gradire un’ottima torta alle nocciole preparata dalla prof. La mia assistita non ha nulla a che vedere con avvincenti trame spionistiche, ma potrebbe dargli qualche consiglio utile su scuola e sostegno ai giovani delle realtà periferiche del nostro Paese”.

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