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Home » Politica

Renzi annuncia la scissione dal Pd: ecco chi lo segue e chi invece resta con Zingaretti

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Renzi lascia il Pd: ecco chi lo segue e chi invece resta con Zingaretti

Renzi lascia il Pd e fonda un nuovo partito. Le voci si rincorrevano da mesi, e ieri, nel giorno del giuramento dei sottosegretari del governo Conte bis, sono diventate realtà.

“I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti. I parlamentari saranno trenta, più o meno. Non dico che c’è un numero chiuso, ma quasi”, ha detto Renzi in un’intervista a Repubblica con cui annuncia che lascia il Pd, elencando i motivi della scelta.

Ma chi sono i parlamentari pronti a seguire l’ex premier che lascia il Pd?

Senatori – Tra i senatori che lo seguono ci sono la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, Ettore Rosato, Tommaso Cerno, Davide Faraone, Eugenio Comincini, Nadia Ginetti, Ernesto Magorno, Francesco Bonifazi, Donatella Conzatti. A questi potrebbe aggiungersi Pier Ferdinando Casini. Questi senatori potrebbero andare a formare una componente del gruppo misto. Diverso sarebbe il discorso se si unisse anche Riccardo Nencini, che alle scorse elezioni ha corso con un proprio simbolo, “Insieme”, (nato dalla federazione di PSI, Verdi e prodiani di Area Civica). Secondo le regole di Palazzo Madama, questo potrebbe garantire la formazione di un gruppo parlamentare autonomo. Al Senato infatti per costituire il gruppo occorrono almeno dieci senatori che rappresentino “un partito o un movimento politico che abbia presentato alle elezioni propri candidati con lo stesso contrassegno, conseguendo l’elezione di Senatori”.

Deputati – I deputati che vanno con Renzi che lascia il Pd ci sono invece Maria Elena Boschi, Gennaro Migliore (ex Sel), Ivan Scalfarotto, Michele Anzaldi, Roberto Giachetti, Silvia Fregolent, Marco Di Maio, Anna Ascani, Luciano Nobili, Luigi Marattin, Lucia Annibali, Mattia Mor, Nicola Carè, Massimo Ungaro.

Tanti anche i fedelissimi renziani che hanno deciso invece di rimanere con Zingaretti. Tra loro il neoministro della Difesa Lorenzo Guerini, e Luca Lotti. Rimane coi dem anche il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci. Anche l’amico fraterno di Renzi, Dario Nardella, sindaco di Firenze, rimane nel Pd: “Io resto, serve un partito forte e unito”.

Non seguono Renzi neanche le due neo sottosegretarie renziane Alessia Morani e Simona Malpezzi.

I renziani nel governo

Matteo Renzi ha rassicurato a più riprese che la sua scelta di lasciare il Pd e formare un nuovo partito non avrà ripercussioni sulla tenuta del governo, anzi, “per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l’ho detto anche a Conte”, ha sottolineato l’ex premier.

All’interno del governo sono 4 le componenti renziane: la ministra dell’Agricoltura Bellanova (che sarà capo della delegazione renziana) e la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, oltre a due sottosegretari, Scalfarotto agli Affari esteri e Anna Ascani all’Istruzione.

Renzi lascia il Pd: le critiche tra i dem

Molti, all’interno del partito, sono increduli sulla mossa di Matteo Renzi che lascia il Pd. Non credevano che alla fine, dopo aver contribuito in maniera predominante alla formazione del governo Pd-M5s, l’ex premier e segretario dem, potesse andarsene.

Nicola Zingaretti nelle scorse ore aveva fatto numerosi appelli all’unità, così come Dario Franceschini, che dice: “Nel 1921-22 la litigiosità e le divisioni dentro i partiti li resero deboli sino a far trionfare Mussolini”. Enrico Letta si spinge oltre: “Una cosa non credibile, non c’è alcuno spazio per una separazione a freddo o per una separazione consensuale. Quando ci sono delle scissioni sono delle rotture drammatiche. Quale sarebbe la rottura? Perché non c’è un ministro di Pontassieve?”.

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